Nella mattinata di oggi, 19 maggio, il sindaco Antonio Decaro ha partecipato all’inaugurazione del “murales della legalità in via Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, realizzato dall’artista Kris Rizek. L’opera, voluta fortemente dal sindacato Unione Italiana del Lavoro Puglia in memoria dei due giudici eroi che hanno sacrificato la loro vita per combattere Cosa Nostra, sorge proprio dove dovrebbe nascere il parco della giustizia, il luogo, per dirla con le parole del primo cittadino barese, dove “si celebrano i diritti delle persone e il rispetto della legge”.

Sul murales sono segnati a chiare lettere i nomi degli agenti della scorta di Falcone, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, così come il nome di sua moglie, nonché magistrata, Francesca Morvillo, tutti assassinati nella strage di Capaci. Peccato, però, che sul muro vi sia un errore nel cognome della coniuge, sicuramente una brutta gaffe, che per il Coordinamento regionale “Onda verde Puglia facciamo rete” composto da cittadini, associazioni e comitati territoriali, è assolutamente imperdonabile.

Che vergogna anche i nomi sbagliati – si legge nella nota firmata dal rappresentante Donato Cippone – Francesca Laura Morvillo e non Movillo, coniugata Falcone, è stata una magistrata italiana, moglie del giudice antimafia Giovanni Falcone e, insieme a lui e tre uomini della scorta, uccisa da Cosa Nostra nella Strage di Capaci. A nome del Coordinamento regionale di Cittadini, Associazioni e Comitati territoriali per la salvaguardia dell’ambiente, del clima e della salute pubblica nonché per la tutela dei territori a Bari e in Puglia, chiediamo scusa alla loro memoria“.

E coglie l’occasione per ribadire ancora una volta come siano contrari “all’inganno del parco della giustizia”, che dovrebbe a loro dire essere edificato, “radendo al suolo 178 alberi ultracentenari ad alto fusto con folte chiome verdi, oggi esistenti, e un’intera area di 140mila metri quadri verde di quartiere” per trasformare il tutto “sotto una colata di 450mila di cemento destinata alla costruzione degli uffici giudiziari”. “Vogliamo un vero parco della giustizia”, conclude Cippone.