Il Comune di Bari ha annunciato di voler riccorrere al Tar contro il provvedimento della Regione Puglia che ha prorogato la Valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di un impianto di ossicombustione di rifiuti nella zona industriale tra il capoluogo pugliese e Modugno.

L’impianto progettato dalla società foggiana ‘NewO’ ha creato non poche polemiche e scontri politici, questo rispetto al suo essere inquinante. L’inceneritore è di nuova generazione e utilizza l’ossigeno per bruciare i rifiuti, quindi promette, di non essere inquinante. Ovviamente tutto al vaglio dei Comuni di Bari e di Modugno e diverse associazioni ambientaliste e comitati che si sono opposte.

Al momento ci sono molti punti poco chiari sulla questione, tipo quale tipologia di rifiuti verrà bruciata e da dove arriveranno questi rifiuti, per esempio, oppure lo stesso utilizzo di un impianto di cui non si conoscono le modalità di lavorazione, essendo ancora poco sperimentato e costa al Comune un finanziamento da 10 milioni di euro.

Il ricorso riporta queste parole: “Come più volte ribadito dal Comune di Bari, la procedura avrebbe dovuto approfondire con attenzione tutti gli aspetti critici emersi con riguardo a tale iniziativa industriale, specie in merito alla presenza o meno dell’impianto all’interno della pianificazione regionale dei rifiuti urbani, più volte esclusa dalla stessa Regione. Viceversa, la proroga della Via dà per scontato che l’impianto tratterà rifiuti provenienti dal ciclo urbano, dopo il primo trattamento di Amiu, in assoluto contrasto quindi con la pianificazione regionale. A tale motivo, se ne aggiungono altri che saranno puntualmente portati all’attenzione del giudice amministrativo”.

“Si ricorda che il Comune di Bari ha anche segnalato agli uffici regionali dello Sviluppo economico che la circostanza, smentita dalla pianificazione regionale, che l’impianto sia a servizio della chiusura del ciclo, è stata alla base della richiesta di un ingente finanziamento regionale di oltre 10 milioni di euro”.