Il Reddito Alimentare è una misura finanziata dalla legge di Bilancio e verrà sperimentata nel 2023 nelle città metropolitane con lo scopo di combattere lo spreco e la povertà alimentare. Al momento la proposta non è ancora partita perchè si sta attendendo l’emanazione di un decreto attuativo da parte del ministero del lavoro. Tale decreto era atteso a inizio marzo. Senza il decreto attuativo, il Reddito Alimentare non può partire.

Cos’è e a cosa serve

Il Reddito Alimentare dovrebbe distribuire ai soggetti più poveri pacchi alimentari di cibo e bevande invendute nelle grandi distribuzioni. È una collaborazione tra Stato, Terzo Settore e privati per garantire alle persone povere non un sussidio monetario bensì la possibilità di accedere a dei pacchi alimentari. È utile perché il costo è basso e al tempo stesso permette di smaltire i rifiuti ed evitare gli sprechi. Però i supermercati hanno il vantaggio più grande perché evitano di bruttare prodotti non idonei alla vendita a causa delle confezioni rovinate o perché prossimi alla scadenza.

Quali sono le risorse statali?

Per avviare questa misura, lo Stato ha istituto un fondo di 1,5 milione di euro per l’anno 2023 e di 2 milioni per gli anni a seguire a partire dal 2024. Per questo che la proposta non è qualcosa di temporanea. Al momento, è in fase di sperimentazione nelle città metropolitane, quali Milano, Roma, Torino, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Genova, Bologna, Venezia, Firenze. Ma a queste si sono aggiunte anche Palermo, Messina, Catania, Cagliari e Sassari. Si spera che si possa estendere anche alle altre città italiane.

Chi possono beneficiarne?

La prenotazione dei pacchi alimentari da parte delle famiglie bisognose avviene tramite un’app. Poi saranno gli stessi beneficiari a ritirare i prodotti nei centri di distribuzione o, in caso di soggetti fragili, a farseli consegnare a domicilio. Le persone che possono beneficiare del Reddito alimentare sono coloro che vivono in povertà assoluta. Ma è il ministero del Lavoro a decidere quale sarebbe la platea più esatta a poter richiedere questa nuova misura, per questo che ha stabilito un decreto attuativo ma non si sa più nulla.

Altri aiuti nel settore alimentare

La misura del Reddito Alimentare si affianca ad altri aiuti come la Carta Risparmio Spesa, o “social card”, destinata alle famiglie con un reddito inferiore a 1.500 euro. Distribuita dai Comuni, la “social card” consiste in un blocchetto di buoni spesa che le famiglie idonee possono usare solo per acquistare i beni di prima necessità, soprattutto quelli alimentari. È entrata in vigore nel gennaio 2023 e lo Stato, per rendere operativa la card, ha finanziato un fondo di 500 milioni di euro da distribuire ai Comuni che gestiscono questa card.