Ieri, venerdì 10 febbraio la serata dedicata ai duetti ha regalato enormi emozioni. Sul palco dell’Ariston i grandi di sempre, ma anche nuovi e giovani talenti che direzionano la musica italiana verso nuovi orizzonti. Solitamente nella storia sanremese, l’appuntamento con i duetti ribalta completamente la classifica. Non in questo caso. Marco Mengoni rimane in pianta stabile al primo posto, seguito nella top five da Ultimo con Eros Ramazzotti, al terzo posto Lazza con  Emma e Laura Marzadori, Giorgia con Elisa, Mr Rain con Fast. Let it be” di John Lennon-McCartney in chiave soul e gospel, questo il brano vincitore, interpretato con maestrìa e intensità da Marco Mengoni con il Kingdom Choir.

Le emozioni non finiscono qui e se dovessimo rappresentare con un grafico la serata di ieri troveremmo un picco che si mantiene costante nel tempo. Standing ovation per il Maestro Peppino di Capri a cui è stato conferito il premio alla carriera, ma anche per Giorgia ed Elisa, le più belle voci della musica italiana. Grignani con Arisa hanno fatto cantare tutto l’Ariston – tranne che il direttore Stefano Coletta- uno dei successi intramontabili della nostra storia musicale, “Destinazione Paradiso” dello stesso Grignani. Magistrale per il pubblico l’interpretazione di Manuel Agnelli con Gianmaria nel brano simbolo degli Afterhours “Quello che non cè”,ma non per il popolo del web che invece rimpiange il duetto del 2021 di Agnelli con i Maneskin. Eccellente Lazza al terzo posto con Emma che ritorna a Sanremo oramai da artista affermata,e con la prima violinista del Teatro La Scala di Milano, Laura Marzadori. 

Sguardo fisso allo schermo- lo confermano anche i dati di ascolto- e quel picco di emozione che non cala neanche verso fine serata, a notte fonda, quando a prendersi il palco è l’attrice Chiara Francini. La co-conduttrice porta in scena quello che è, la sua maschera e il teatro in un monologo che tocca un argomento delicato e difficile come quello della maternità mancata.  

Quando qualcuno ti dice che è incinta e tu non lo sei mai stata, c’è come qualcosa che ti esplode dentro ma tu devi festeggiare. Non c’è spazio per la tua tua paura e la tua solitudine”, così Chiara Francini inizia il suo monologo su tutti i dilemmi della maternità mancata. Parole che ti sbattono in faccia una dura realtà, un’amara verità, forse dovuta ad un malfunzionamento della società e del nostro Paese. Io da qualche parte penso di essere una donna di merda perché non so cucinare, perché non mi sono sposata e perché non ho avuto figli. Razionalmente so che va bene così, ma da qualche parte, dentro di me, c’è questa voce, esiste, e io, alla fine, penso che abbia ragione lei, che io sia sbagliata”. Un monologo intenso, a tratti doloroso, dedicato a tutte quelle donne che un figlio non lo hanno avuto, per scelta o no.  

Passeggini ovunque. E io che continuavo a fare le mie cose sempre al meglio, sempre guadagnandoci di più, con sempre più persone che mi guardavano e mi amavano. E poi. E poi ad un certo punto io mi sono accorta che il tempo passava e che se non mi sbrigavo io, forse, un figlio non lo avrei mai avuto. E se anche mi sbrigavo, poi, non era mica detto. Perché anche quando ti decidi che è il momento giusto poi, magari il corpo ti fa il dito medio, e tu allora rimani con il dubbio di aver sbagliato, di aver aspettato troppo, di essere una fallita”.  

Queste parole accarezzano il cuore, scuotono gli animi, ma danno anche un pugno dritto nello stomaco a quante donne non hanno avuto la possibilità di vivere la maternità, o a quelle che ancora ci provano- tra l’ennesima cura ormonale e una società che divisa in due, ti mette spalle al muro. Una parte ti chiederà “Ma un figlio quando lo fai?” l’altra ti dirà “Pensa alla carriera prima di avere una famiglia, devi essere indipendente”. E tu ce la metti tutta ad essere donna indipendente ma anche a volerlo quel figlio, perché è il completamento dell’essenza di una donna, perché sennò che ci fa un utero messo lì così se non per accogliere una nuova vita.  

Oppure no. Quell’utero non serve a niente e sta bene lì così come sta. Ci penserà la vita, o la società a decidere per te. Tu donna ancora no, non ce l’hai ancora la possibilità di decidere per te, ancora, per l’ennesima volta non sei tu quella a decidere.  

Slitta all’una di notte Chiara Francini, tra innumerevoli polemiche. Tra queste Selvaggia Lucarelli, Chiara Francini, che piaccia o no quello che mette in scena, ha funzionato perché ha portato il suo mestiere. La sua maschera. Il monologo che recita a teatro. I suoi abiti. E siccome non era un donna-panda ma uno dei guardiani dello zoo, le è stato dato poco spazio, il più importante a notte fonda”. 

L’orario non ha contato, quel picco di emozione non è calato, ma sì è tenuto costante fino ad oggi, il giorno successivo di quest’ultima serata del Festival di Sanremo 2023.