medici sospesi

E’ scontro tra Governo e Regione Puglia in merito al reintegro del personale sanitario non vaccinato, alla luce del recente primo decreto del governo Meloni. La Regione Puglia, infatti, ha adottato già nel 2018, con legge n. 27, una normativa che individua “i reparti dove consentire l’accesso ai soli operatori che si siano attenuti alle indicazioni del Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente per i soggetti a rischio per esposizione professionale”, rimasta in vigore a maggior ragione durante la pandemia da Covid e già sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale che ne ha dichiarato la legittimità costituzionale con sentenza n. 137 del 6 giugno 2019. Ma il sottosegretario alla Salute, on. Marcello Gemmato, pugliese, ha preannunciato oggi, nel corso di una intervista all’emittente SkyTg24 che “la legge regionale della Puglia che impedisce l’impiego dei medici non vaccinati contro il Covid-19 nei reparti più a rischio verrà impugnata”.

A stretto giro, la replica alle sue dichiarazioni del consigliere regionale Fabiano Amati: “Diversamente da come sostiene il sottosegretario Marcello Gemmato, intervistato da SkyTg24, la legge pugliese sull’obbligo vaccinale per Covid è valida e non può essere impugnata: il termine per l’impugnativa del Governo nazionale è scaduto il 9 maggio 2021, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione. Più di un anno e mezzo fa. Invito dunque il sottosegretario Gemmato a esercitare la funzione istituzionale con maggiore puntualità, senza creare turbamento nella leale collaborazione tra Stato e Regioni ed evitando di trasformarsi da farmacista in alchimista. Il Governo nazionale mediti, piuttosto, di estendere a tutte le regioni italiane l’obbligo vaccinale per tutte le vaccinazioni, così come richiesto dagli scienziati italiani con la Carta di Pisa e ottemperando alle disposizioni statali sul Piano vaccinale nazionale, questo sì posto in rapporto di superiorità gerarchica nei confronti della legge regionale”.

Sulla spinosa questione è intervenuto anche l’assessore regionale alla Salute, Rocco Palese: “In Puglia sono solo 10 i medici del sistema sanitario regionale a non aver ricevuto la vaccinazione anti Covid. E 103 sono i non vaccinati tra operatori sanitari e infermieri. La situazione di questo personale sanitario è regolata dalla legge regionale, che consente solo agli operatori che si sono vaccinati, secondo le indicazioni del Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente, di poter accedere a determinati reparti ospedalieri. Questo a tutela dei pazienti e degli stessi operatori. La legge regionale è e rimane in vigore.” La Corte Costituzionale ne ha dichiarato la legittimità costituzionale con sentenza n. 137 del 6 giugno 2019 affermando che la normativa regionale è indirizzata “specificamente agli operatori sanitari che svolgono la loro attività professionale nell’ambito delle strutture facenti capo al Servizio sanitario nazionale, allo scopo di prevenire e proteggere la salute di chi frequenta i luoghi di cura: anzitutto quella dei pazienti, che spesso si trovano in condizione di fragilità e sono esposti a gravi pericoli di contagio, quella dei loro familiari, degli altri operatori e, solo di riflesso, della collettività”. In attuazione della L.R. n. 27/2018, la Regione Puglia ha approvato il Regolamento regionale 15 giugno 2020, n.10 nel quale sono esattamente definite le modalità operative e le tipologie di vaccini previste quale obbligo a carico degli operatori sanitari. Con specifico riferimento alla vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid-19 degli operatori sanitari, la Regione Puglia ne ha esteso l’obbligo con l’art. 1 della Legge regionale 10 marzo 2021, n. 2 al fine di “prevenire e controllare la trasmissione delle infezioni occupazionali e degli agenti infettivi ai pazienti, ai loro familiari, agli altri operatori e alla collettività” e “purché la pratica di prevenzione sia prescritta in forma di obbligo o raccomandazione dalla legislazione statale, ovvero contenuta in disposizioni normative statali eccezionali e d’emergenza, oppure sia prevista da atti amministrativi nazionali, comunque denominati, diretti a favorire la massima copertura vaccinale della popolazione e per questo aventi efficacia integrativa del Piano nazionale di prevenzione vaccinale”.

“Considerato che le Circolari del Ministero della Salute confermano le raccomandazioni e le indicazioni operative in ordine alla copertura vaccinale da SARS-CoV-2, oltre che dall’influenza stagionale, degli operatori sanitari, trovano piena e legittima applicazione le disposizioni contenute nelle norme regionali in vigore” spiega il direttore di Dipartimento Salute, Vito Montanaro. “Si ricorda che anche il TAR Puglia si è più volte espresso in senso favorevole al quadro normativo sopra menzionato rigettando i ricorsi presentati da operatori sanitari e da associazioni di rappresentanza”.

Per Davide Bellomo, ex consigliere regionale pugliese e neodeputato della Lega, “la polemica sul reintegro dei sanitari no vax negli ospedali è chiaramente pretestuosa e priva di senso. Il provvedimento del governo di centrodestra anticipa di soli due mesi una decisione che era già stata assunta dal precedente esecutivo e risponde a una precisa e pressante esigenza: recuperare prestazioni ospedaliere. Soltanto in Puglia sono 200mila gli arretrati da smaltire a causa di una sospensione che, per sua natura, non poteva che essere temporanea. Senza dimenticare che saranno poi le Regioni e le direzioni sanitarie a decidere in quali reparti impiegare il personale recuperato. In Italia 15mila operatori sanitari non hanno potuto svolgere la loro attività in virtù dell’obbligo vaccinale. Richiamarli in servizio con un semplice anticipo di due mesi, eliminando una norma che era vigente solo nel nostro Paese, non può essere certo bollato come un premio ai no vax. Con buona pace di qualche Governatore per il quale l’autonomia regionale va bene solo quando gli conviene. Anche in spregio a una legge dello Stato”.