Oggi, 9 settembre, la Città di Bari, l’ANPI (Associazione nazionale partigiani d’Italia), l’ANNPIA (Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti), la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) Camera del Lavoro di Bari, il Coordinamento antifascista e l’ARCI (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana) Bari celebrano il 79° anniversario della difesa del porto dall’attacco delle truppe naziste. Il 9 settembre del 1943 il capoluogo pugliese contribuì infatti in maniera determinante alla lotta di Liberazione nazionale. Un gruppo di civili – composto da donne, uomini, persino ragazzi, tra cui Michele Romito – si affiancò spontaneamente alle truppe del generale Nicola Bellomo e difese la città vecchia e il porto da un attacco dell’esercito nazista, proteggendo così un presidio strategico per gli esiti della II guerra mondiale.

Le cerimonie sono iniziate con la deposizione di una corona d’alloro da parte del vicesindaco Eugenio Di Sciascio presso il Palazzo della vecchia Dogana nel porto. “A distanza di 79 anni, ci ritroviamo qui davanti al Palazzo della vecchia Dogana, per ricordare un episodio eroico. La resistenza spontanea che, all’indomani dell’armistizio, fermò l’avanzata dell’esercito nazista, intenzionato a distruggere il porto di Bari – ha dichiarato il vicesindaco nel suo intervento –. Un risultato straordinario, frutto del coraggio e del desiderio di libertà di cittadini comuni, che quel giorno lottarono al fianco del generale Bellomo. Contravvenendo a ordini superiori, decise di difendere Bari vecchia, per proteggere ciò che di più caro aveva. Il 9 settembre del 1943 uomini, donne e soprattutto ragazzi di Bari vecchia scesero in strada armati di ciò che trovarono, decisi a difendere la propria città e la propria stessa vita a qualunque costo”.

“Quel giorno – procede Di Sciascio – si è consumato un evento che ha cambiato per sempre non solo la storia di Bari ma quella dell’intero Paese. La difesa del porto rappresentava un presidio logistico strategico per gli esiti della II guerra mondiale e la nostra città ha offerto un contributo determinante alla lotta di Liberazione nazionale dal nazifascismo. Onorare il ricordo del 9 settembre, perciò, vuole dire custodire la verità della storia e ricordare l’orgoglio, l’amore per questa terra e il senso di libertà che ci sono valsi il riconoscimento della medaglia d’oro al valor civile della Resistenza, da parte del Presidente della Repubblica; ma significa anche riconoscere che la democrazia, la libertà, la pace non sono condizioni scontate e immutabili, bensì conquiste preziose che vanno difese ogni giorno con responsabilità e consapevolezza, ciascuno nel proprio ruolo”. “Per questo voglio ringraziare – conclude il vicesindaco – le associazioni. Da sempre lavorano per custodire la verità della storia e assieme all’amministrazione comunale da tempo sono impegnate a riannodare i fili del passato (anche i più sottili), per promuovere una nuova consapevolezza diffusa, da consegnare ai più giovani affinché ne facciano tesoro e bussola per il futuro”.

Le celebrazioni sono proseguite alla presenza dell’assessora comunale alle Politiche educative e giovanili Paola Romano sulla muraglia, in largo Maurogiovanni, dov’è installata la pietra d’inciampo che ricorda il contributo del giovanissimo Michele Romito, dei cittadini di Bari vecchia e dei militari – guidati dal generale Bellomo – alla lotta di Liberazione. Infine, il Coordinamento antifascista ha reso omaggio ai caduti di via Niccolò dell’Arca presso il monumento celebrativo in piazza Umberto, mentre nel Palazzo ex Poste, in piazza Cesare Battisti, si è svolto un omaggio alla resistenza dei postelegrafonici, cui è intervenuta l’assessora comunale alle Culture Francesca Bottalico.

Anche l’Associazione Bersaglieri Bari ha reso onore ai caduti del 9 settembre 1943, nel corso di una cerimonia svoltasi nei giardini della Camera di Commercio – al cospetto del monumento dedicato al LI Battaglione Bersaglieri Allievi Ufficiali di Completamento – alla quale hanno partecipato il presidente dell’associazione Nicola Rigante e Di Sciascio.