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I segnali positivi ci sono: aumento delle vendite rispetto allo scorso anno, budget di spesa dei clienti in linea con il passato, tra i 150 ed i 200 euro. Ma la data di partenza dei saldi è da rivedere. È quanto emerso da una indagine anonima effettuata da Confesercenti Bari su un campione di 100 associati dislocati in provincia di Bari, quando siamo esattamente a metà del guado: iniziati il 2 luglio, i saldi termineranno il 31 agosto. Cosa è emerso, dunque, in questo mese? Ad entrare nel dettaglio è Raffaella Altamura, presidente della Confesercenti Bari: «Abbiamo condotto lo studio su attività di abbigliamento uomo-donna-bambino, negozi di biancheria, borse e accessori, boutique e settore calzaturiero. Non abbiamo intervistato le catene o negozi della grande distribuzione. Il territorio esaminato è quello di Bari e provincia ed abbiamo ascoltato un centinaio di commercianti», specifica Raffaella Altamura.

«Rispetto allo scorso anno, quando ancora c’erano gli strascichi della pandemia e venivamo da periodi di apertura e chiusura a singhiozzo, le vendite sono andate meglio. Il trend è intorno al 20% in più rispetto al 2021– spiega la presidente di Confesercenti Bari- e molti hanno giustificato l’aumento delle vendite in virtù delle presenze turistiche nelle nostre città, soprattutto di stranieri». Dati decisamente confortanti. Un’altra domanda rivolta ai commercianti riguarda il budget di spesa pro-capite: «Siamo su una media di 150-200 euro a testa, più o meno in linea rispetto ai numero pre-pandemia».

Raffaella Altamura, Confesercenti Bari

La partenza dei saldi ad inizio luglio, però, secondo i commercianti è decisamente da rivedere: «Quasi tutti hanno risposto che il 2 luglio è una data inappropriata, perché non può essere considerato un “fine-stagione” se pensiamo che, per una regione come la Puglia, con le sue condizioni climatiche e con l’arrivo dei turisti, l’estate termina praticamente a fine settembre. L’idea dei nostri associati è quella di differire di almeno una quindicina giorno l’inizio dei saldi». Un altro interessante aspetto emerso dalle interviste ai commercianti è quello che i saldi non sono più segnati con il cerchietto rosso sul calendario da parte dei clienti: «La data di inizio dei saldi non è più attesa come una volta. Per intenderci, la clientela dei negozi di prossimità è abituata ad avere un “riguardo”, un piccolo sconto, durante tutto l’arco dell’anno: nel momento in cui acquista, lo fa per necessità, non perché ci siano i saldi, che rimangono soltanto per gli avventori casuali». Quanto influisce l’aumento dei costi per i commercianti? Raffaella Altamura spiega che «gli esercenti avvertono un aumento dei costi di gestione per le rispettive attività di circa il 20-30%. L’aumento delle vendite, in sostanza, viene assorbito ed annullato, dal punto di vista dei guadagni, dai rincari». Ultimo aspetto da sottolineare è che «nessun negozio, in questo mese, ha mai superato il 50% di sconto. Su questo influisce molto la presenza di tanti turisti, che possono avere un maggiore potere di acquisto», spiega Raffaella Altamura.

Nonostante i dati confortanti, però, serve una revisione del sistema saldi: «Da tempo, nei tavoli di concertazione nazionali e regionali, la Confesercenti sottolinea alle autorità competenti la necessità di rivedere l’inizio dei saldi. Gli operatori, che sono i destinatari dei provvedimenti, da questo punto di vista sono totalmente insoddisfatti. Una revisione di tutto il sistema saldi è necessaria: nei tavoli di concertazione le tematiche sono numerose, ma l’aspetto imprescindibile, dal quale bisogna partire, è lo slittamento dei saldi di almeno una quindicina di giorni», conclude la presidente di Confesercenti Bari.