"Muffa" nell'uovo Kinder Gran Sorpresa

La “Gran Sorpresa” di sicuro c’è stata. Peccato però fosse molto sgradevole. Scartando l’uovo di Pasqua Kinder Gran Sorpresa ricevuto in dono da un parente domenica 17 aprile, una mamma di Bari ha notato che la cioccolata “era umida, trasudava goccioline” e sulla base in plastica c’erano “macchie verdi-grigiastre tipo muffa”. Per fortuna i suoi bambini, attratti in prima battuta dal regalo, hanno lasciato perdere il cioccolato e non ne hanno ingerito neanche un pezzetto. Ma la mamma si è allarmata e ha voluto denunciare comunque l’accaduto alla nostra Redazione. Abbiamo contattato subito l’azienda Ferrero, tra l’altro finita nel mirino proprio nelle giornate delle festività pasquali per i casi di sospetta salmonella in alcuni lotti di Maxi Puffi, Miracolous e T6 Pulcini, prodotti però in Belgio e ritirati in via preventiva dalla distribuzione sul mercato italiano. “Ci teniamo in primo luogo a rappresentare il nostro rammarico per la spiacevole esperienza vissuta dalla nostra consumatrice – ha risposto la Ferrero attraverso il suo Ufficio Stampa – Tuttavia, in base alle immagini e alla descrizione ricevute, e secondo la nostra esperienza, considerando l’attenzione, il presidio costante e le accortezze poste nel processo di produzione del nostro stabilimento di Alba, dove vengono confezionate le uova Kinder Gran Sorpresa, riteniamo che il caso segnalato sia da considerarsi eccezionale, del tutto indipendente dal nostro processo di fabbricazione e dal prodotto in sé, che nella fattispecie non possiede intrinsecamente (valori aw/acqua libera al di sotto dei minimi) le condizioni necessarie per consentire la formazione di muffe”.

“Questo evento non comune può invece essere imputabile ad una possibile conservazione del prodotto non ottimale – prosegue la Ferrero -, in condizioni di temperature e/o umidità precarie (esposizione a fonte di calore o umidità eccessive) o all’esposizione del prodotto stesso a condizioni atmosferiche sfavorevoli (es. pioggia), per esempio durante le fasi di distribuzione, vendita o anche di acquisto. Consapevoli di quanto possa essere stato spiacevole l’accaduto, consiglieremmo la vostra lettrice di effettuare un semplice reso di prodotto presso il punto vendita dove ha perfezionato l’acquisto, richiedendo contestualmente il rimborso del prodotto, evidentemente dovuto“. Presumendo che il caso della nostra lettrice non sia stato l’unico nella zona di Bari, invitiamo i consumatori che avessero riscontrato le stesse alterazioni del prodotto a seguire le indicazioni dell’azienda. Li rassicuriamo inoltre sulla eventuale ingestione di cioccolato alterato, che è priva di conseguenze nocive per la salute.