“Un’organizzazione criminale che oltre a mirare al controllo del territorio e al mercato degli stupefacenti punterebbe a infiltrarsi nell’economia legale condizionandone i flussi finanziari e il libero mercato”. Così viene definita la criminalità organizzata pugliese nella relazione della Direzione investigativa antimafia (DIA) relativa al primo semestre del 2021. Attraverso la cosiddetta “area grigia” i clan “possono esprimere al meglio la loro governance imprenditoriale del territorio”, evidenzia il report che fa riferimento a “sistemi corruttivi anche con esponenti delle pubbliche amministrazioni”. Nel dettaglio delle province, a Bari si conferma l’attività criminale dei clan storici (Strisciuglio, Parisi, Mercante-Diomede e Capriati), contrastata attraverso importanti blitz in città: su tutti si segnala l’inchiesta Vortice-Maestrale che portò, nell’aprile 2021, all’arresto di ben 99 persone e assestò un duro colpo al clan Strisciuglio e alle sue articolazioni attive nei quartieri Libertà, San Paolo, San Pio, Catino e San Girolamo. Nel Foggiano, esempio eclatante è stato l’insediamento il 9 marzo 2021 della commissione d’accesso proprio nel Comune di Foggia, successivamente sciolto per infiltrazioni mafiose e ora guidato da una commissione straordinaria. “L’indagine ispettiva – sottolinea la Dia – ha attestato uno sviamento della macchina amministrativa pubblica in favore degli interessi della criminalità organizzata, che nel territorio dauno si manifesta come “mafia degli affari” immersa in un pervicace intreccio tra modernità e tradizione”.

Nella relazione si parla di un “pervasivo ed endemico sistema di illegalità e di abusi all’interno del Comune di Foggia da parte di un pubblico ufficiale e di un incaricato di pubblico servizio”: la “condannabile prassi amministrativa delle proroghe dei contratti inerenti al servizio informatico di archiviazione dei dati dell’ente locale e la relativa pretesa di tangenti nei confronti di una ditta molisana erogatrice del servizio rappresentano un chiaro esempio di commistione di affari criminali e politico-amministrativi”. Infine nel Salento gli esempi riguardano i Comuni di Squinzano e Carmiano, sciolti per infiltrazioni mafiose. Gli accertamenti fatti sui comuni del Leccese hanno fatto emergere “concreti, univoci e rilevanti elementi” di collegamenti “diretti e indiretti” degli amministratori locali con esponenti della locale criminalità organizzata riferibili agli storici sodalizi della sacra corona unita De Tommasi e Pellegrino. Stesso provvedimento di scioglimento è stato adottato per i Comuni del Brindisino di Carovigno e di Ostuni. “L’effervescente strategia operativa della Sacra corona unita tenderebbe a permeare in modo silente anche il tessuto economico – evidenzia la relazione. Ne sono conferma le misure interdittive prefettizie adottate nel mese di aprile nei confronti di alcune imprese operanti nel settore edile e agricolo che hanno evidenziato collegamenti dei membri della compagine societaria e degli amministratori con una famiglia di origine calabrese legata alle ‘ndrine Arena-Nicosia di Isola di Capo Rizzuto (Crotone) a loro volta alleate con la cosca Grande Aracri di Cutro (Crotone)”.