Frame del video dell'aggressione a Barletta

Due casi analoghi in Puglia in poche ore, a Barletta e Carbonara (Bari). Gruppi di ragazzine, 14enni a Barletta e addirittura 12enni a Carbonara, che usano violenza, verbale e fisica, nei confronti di coetanee. Tutto accade per strada, davanti a persone che, invece di intervenire, riprendono la scena e la diffondono in rete. Si chiama “cyberbashing”: la violenza inizia nel “mondo reale” per proseguire in rete. Il Garante Regionale dei Diritti del Minore  e l’ assessore regionale al Welfare condannano e manifestano profonda preoccupazione per l’ennesimo segnale di fragilità e sofferenza della popolazione giovanile. “Le dinamiche come Bullismo e Cyberbullismo-  continuano- si sviluppano perché, a fronte di un violento e di una vittima, c’è un pubblico che assiste e reitera la violenza, attraverso la diffusione delle immagini in rete. “I Cittadini, le Istituzioni, il mondo della scuola non possono essere, in tal senso, spettatori passivi di queste dinamiche ma devono agire azioni responsabilizzanti, oltre che di massima tutela delle persone di minore età, promuovendo le logiche di una comunità riparativa che si prende cura delle relazioni”.

“La Regione Puglia, il Garante regionale dei Minori, l’ Ufficio Scolastico Regionale e il mondo del terzo settore, già attuano quanto previsto dalla Legge Regionale 50/2018 per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo, promuovendo azioni di informazione e sensibilizzazione nelle scuole e nei territori. “Va  sottolienato-  sostengono  ancora- il ruolo nevralgico negli interventi di tutela della Polizia di Stato chiamata spesso a presidiare la rete virtuale da condizioni di abuso, così come  la rilevante funzione che può avere la procedura di Ammonimento da parte  del Questore, come elemento dissuasivo nella condotta di questa tipologia di reati”. “E ancora,- concludono-  va  ricordato che il V Piano Regionale delle Politiche Sociali, 2022-2024, nella logica di una sempre maggiore sistematizzazione e modellizzazione di azioni sperimentali, ha promosso in questi anni in favore dei Minori, come rilevato anche in sede di concertazione con il garante dei Diritti del Minore, con il Centro Giustizia Minorile, la standardizzazione dei Patti di comunità come strumento di lavoro condiviso tra i diversi enti e agenzie educative del territorio. “Dalla comunità e dalla cura delle relazioni bisogna ripartire.”