“Le tragiche giornate che il mondo sta vivendo intorno alla vicenda dell’Ucraina dicono quanto l’umanità non sappia cogliere il valore e il dono che è ogni essere umano”. E’ un passaggio del messaggio che l’Arcivescovo di Bari-Bitonto, Monsignor Satriano, rivolge alla comunità diocesana e che in questi giorni non poteva prescindere da una riflessione sui tragici eventi che stanno sconvolgendo il mondo alle porte dell’Europa. Non manca, tuttavia, anche una riflessione sulle emergenze del territorio, come quella lavorativa.

“Carissime sorelle e Carissimi fratelli,

a un anno di distanza dal mio ingresso in diocesi, ringrazio il Signore per il dono della vita e ringrazio, ancora una volta, tutti voi per la preghiera con cui mi sostenete. Stiamo entrando nel tempo forte della Quaresima, tempo in cui rimettere al centro la sfida di un nuovo “esodo” da vivere. Un tempo, come ebbe a dire il caro don Tonino Bello, che ci coinvolge “dalla testa ai piedi”. Dall’imposizione delle ceneri, infatti, alla lavanda dei piedi siamo invitati a camminare in profondità di vita, sapendo declinare la fede per discernere la presenza del Signore che parla ai nostri cuori. Le tragiche giornate che il mondo sta vivendo intorno alla vicenda dell’Ucraina dicono quanto l’umanità non sappia cogliere il valore e il dono che è ogni essere umano. Del resto, i profughi morti alle frontiere ne sono stati un triste presagio. Spesso interpretiamo l’esistere come “rapina”, prepotenza, sopraffazione. Tutto questo è frutto di un’alleanza tradita, di una logica di peccato che rifiuta Dio e il fratello come compagni di viaggio. Si cade spesso nell’illusione che autoreferenzialità e autodeterminazione siano le strade più semplici e più giuste per realizzare quel sogno di pienezza, di pace e di felicità che alberga nel cuore di ciascuno. Fermiamoci, come ci ha chiesto il Papa, in una particolare giornata di digiuno e preghiera per l’Ucraina.

Anche l’emergenza lavorativa bussa alle porte dei nostri territori e delle nostre case, richiedendo da parte di tutti maggiore attenzione. Con la Caritas diocesana andiamo individuando strade opportune per meglio esprimere la nostra solidarietà riguardo a tali situazioni drammatiche. La Quaresima, in questo contesto, diviene appello urgente a disfarci dell’uomo vecchio per rivestirci dell’uomo nuovo, che in Cristo, morto e risorto, trova la sua configurazione più autentica. Ritornare a essere umani è l’invito seminato nelle pieghe di questi quaranta giorni di cammino. Non si tratta semplicemente di un processo di socializzazione, ma di un percorso di fede. Saper ritrovare il progetto primigenio sulla nostra umanità nasce da uno sguardo limpido che, solo guardando in alto, sa riscoprire le ragioni della dignità di sé e dell’altro. Guardare a Cristo, posto in alto sulla croce, guarisce sguardi e cuori ricchi di idolatria, restituendo alla vita la consapevolezza dell’amore grande e senza misura di Gesù, in cui crescere e maturare per ridare all’umano la sua bellezza cristallina. Torniamo a Cristo, non attraverso scelte moralistiche, ma mediante un’autentica conversione del cuore. Torniamo al Suo amore liberante ed esigente, che, nella logica del dono e del noi, attesta quello stile conformante al Vangelo con cui affrontare le sfide di ogni giorno.

È qui la sorgente a cui siamo chiamati per attingere la freschezza del vivere e quella tenacia a cui il Papa ci invita con il monito di Paolo ai Galati: “Non stanchiamoci di fare il bene” (Gal. 6,9). Dopo due anni dolorosi per tutti, che ci hanno piegato nell’intimo, oggi siamo chiamati a rialzarci con fiducia sapendo fare tesoro di quanto abbiamo imparato, rilanciando quei valori relazionali che intessono la trama di un vivere sociale ed ecclesiale.

Desidero ringraziare ciascuno di voi per l’entusiasmo e la gioia che andate vivendo nel realizzare gli spazi sinodali. Questa palestra di confronto e partecipazione, aperta a tutti, sta segnando tante nostre comunità nel rinnovare uno stile di Chiesa che sempre più dev’essere animato dall’ascolto e dal confronto costruttivo. Ringrazio il nostro laicato che si è messo in cammino con fiducia, dando prova del desiderio di servire questa nostra Chiesa con sincera disponibilità e amore. Un forte abbraccio fraterno a tutti i sacerdoti che tra diverse difficoltà stanno accompagnando questo processo non semplice, ma bello. Viva vicinanza e gratitudine a coloro – laici, religiosi e sacerdoti – che hanno accettato di coordinare questo tempo del Cammino Sinodale: il vostro prezioso lavoro porti frutti maturi al nostro cammino ecclesiale.

Infine alcune notizie di famiglia che sento necessario comunicare e per le quali chiedo preghiere.

  • Innanzitutto il 12 marzo p.v. ospiteremo un interessante momento sinodale: tutti i vescovi pugliesi, nella Basilica di San Nicola, vivranno momenti di confronto con i giovani della Puglia, provenienti dalle varie diocesi.
  • Preghiamo per due nostri giovani diaconi, Francesco Cirella e Francesco Misceo, che nella vigilia di San Giuseppe verranno ordinati presbiteri.
  • Un appuntamento importante saranno le giornate di fraternità sacerdotale che vivremo dal 29 marzo al 1 aprile a Cassano, momento di preghiera e di confronto che vedranno insieme sacerdoti e vescovo.
  • A(t)tratti, è l’iniziativa a cui, ogni lunedì sera di quaresima, il vescovo invita i giovani della diocesi, per condividere un percorso in cui si intrecciano la bellezza dell’arte, l’ascolto della Parola e l’adorazione del Crocifisso, nello stile della comunità di Taizé.

Auguro a ciascuno un buon cammino quaresimale: prepariamoci a entrare nel Triduo santo per vivere l’esperienza di misericordia e di vita nuova che la Pasqua ci dona. Nell’assicurarvi il mio ricordo orante, soprattutto per chi soffre di più, mi affido alla vostra preghiera. Con affetto grande”.