Scioperano i medici di base iscritti ai sindacati Cgil, Smi e Simet nelle giornate del primo e 2 marzo prossimi. In Puglia saranno chiusi circa 300 ambulatori, di cui una quarantina a Bari e provincia. Tante le motivazioni a sostegno della loro protesta, a partire dall’eccesso di burocrazia che negli ultimi due anni, in cui la professione sanitaria è stata travolta dalla pandemia, ha completamente alterato la loro attività, sottraendo tempo prezioso alle visite e alle diagnosi. Ma il malcontento dei medici di famiglia nasce anche dal mancato riconoscimento di un’indennità alle famiglie dei 400 medici morti per Covid, per i quali durante la manifestazione del 2 marzo a Roma sarà osservato un minuto di silenzio. Inoltre, si contestano i riposi svaniti e l’obbligo di sbrigare pratiche burocratiche per supplire alla carenza di alcune figure professionali delle Asl. Infine, non secondaria la carenza di personale medico per l’assistenza primaria, del 118 e di personale infermieristico e amministrativo di studio.

L’Intersindacale Medici Puglia denuncia che “non esiste una programmazione sull’integrazione tra il servizio ospedaliero e territoriale e tra la funzione degli enti locali e delle  Asl. Nelle cosiddette case della salute andranno meno medici di quelli previsti, perché molti saranno ormai in pensione. I medici che resteranno dovranno dare ulteriore disponibilità di orario per coprire i servizi in queste nuove strutture a fronte di nessun riconoscimento economico e riducendo la qualità dell’assistenza. Non è prevista la medicina scolastica, quella dedicata al malato povero o al cronico, che ha bisogno assistenza domiciliare sia sociale che sanitario specialistica, manca una progettualità. Il servizio pubblico rischia di essere messo in ginocchio. Chiediamo, per queste ragioni, un forte sostegno a tutti  i colleghi pugliesi  alle due giornate di sciopero e invitiamo  tutti alla manifestazione del 2  marzo ore 9-13 presso il Ministro della Salute a Roma”.