Per la prima volta, riuniti oggi, 24 febbraio, a Bari attorno a un tavolo i vertici del sistema sanitario regionale e quelli del sistema penitenziario. Si è tenuto, infatti, questa mattina, presso la Sala Guaccero di via Gentile, il tavolo tecnico sul tema della salute all’interno delle strutture detentive pugliesi convocato dalla presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, d’intesa con l’assessore alla Sanità, Rocco Palese, su richiesta dell’associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale “Antigone”. All’incontro erano presenti il Provveditore regionale della Puglia e della Basilicata, il garante regionale dei diritti delle persone private della libertà, i direttori generali delle ASL e i presidenti dei Tribunali di Sorveglianza pugliesi. Tante le criticità ma anche le proposte messe in campo dagli intervenuti che hanno mostrato grande favore nei confronti dell’iniziativa: dal sovraffollamento delle carceri (la Puglia infatti conta oggi oltre quattro mila detenuti), alla necessità di intervenire sulla diagnostica a distanza dotandosi della tecnologia della telemedicina e del sistema delle cartelle cliniche elettroniche, così da consentire un monitoraggio costante dei detenuti affetti da patologie e al contempo ridurre, qualora possibile, le procedure di trattamento presso le strutture sanitarie; al bisogno di formazione specialistica per gli operatori sanitari che operano negli istituti penitenziari; alla richiesta di rafforzamento delle attività dell’Osservatorio sanitario regionale e di una maggiore sinergia nella programmazione degli interventi tra Regione Puglia e amministrazione penitenziaria; alla necessità di dare una risposta forte alla problematica relativa alla fragilità psichiatrica di detenuti e internati garantendo, per i primi il necessario supporto psicologico, e per i secondi la riduzione dei tempi di accesso alle Residenze per le misure di Sicurezza (Rems).

“La visita negli istituti penitenziari e l’incontro con i direttori in questi anni di attività politica – ha detto la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone – mi hanno fatto comprendere quanti problemi ci sono purtroppo all’interno delle nostre carceri e quanto fondamentale sia intervenire al più presto per assicurare una migliore condizione di salute ai detenuti. Un primo passo è stato già compiuto con l’impegno che abbiamo assunto a programmare subito un incontro con l’Agenzia Regionale strategica per la Salute ed il Sociale della Regione Puglia per strutturare un progetto di telemedicina negli istituti penitenziari che renderebbe certamente meno onerose ma soprattutto più efficaci le cure per i detenuti. Garantire la salute è fondamentale per tutte le cittadine e i cittadini pugliesi ma in luoghi come gli istituti penitenziari, in cui le difficoltà anche psicologiche sono enormi, bisogna intervenire con altrettanta efficacia e celerità per evitare che si verifichino tragedie come quelle di Foggia e Brindisi in cui a inizio d’anno due giovani detenuti si sono tolti la vita. È un tema complesso quello delle carceri che la Regione, però, intende affrontare fino in fondo e in sinergia con tutti gli attori coinvolti”.

“Esprimo viva gratitudine nei confronti della Presidente Capone – è intervenuto il garante regionale dei diritti delle persone private della libertà, Piero Rossi – per aver voluto convocare tutti i fondamentali interlocutori del settore in una proficua riunione plenaria, di confronto condiviso a tutti i livelli.  Occorre che cittadini come tutti gli altri ma privati della libertà possano avere accesso alla fruizione di un diritto che resta fondamentale ed inviolabile”. “Affronteremo tutte le questioni e proveremo a fare la nostra parte – ha aggiunto l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese. Veniamo da un periodo particolarmente complicato, com’è quello della pandemia, e nonostante tutte le fragilità esistenti siamo riusciti, grazie all’impegno di tutto il personale penitenziario, ad affrontarlo nel migliore dei modi. Adesso dobbiamo concentrarci per risolvere tutti i problemi che nel corso di questi anni sono venuti a determinarsi. Non è troppo tardi ma dobbiamo certamente ripartire da un maggiore raccordo tra struttura sanitaria e struttura penitenziaria. L’impegno della Regione c’è, intanto, il primo passo sarà quello di interessare il direttore dell’Ares, il dott. Giovanni Gorgoni, della necessità di sviluppare un progetto per portare la telemedicina nelle strutture penitenziarie”.