L’avvocato Ascanio Amenduni dei Messeni Nemagna, famiglia proprietaria del teatro Petruzzelli, chiama in causa la storia, per parlare del contenzioso tra le parti interessate alle sorti del politeama barese. “La storia e la magistratura, pure contabile, diranno se questo rifiuto è stato un bene oppure un ulteriore errore, dopo i due ‘espropri’ dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale e dalla Corte d’appello di Bari”. Ecco le parole del legale. Che prosegue: “Nelle nostre intenzioni doveva essere un’opportunità per scongiurare altri 10 anni di contenzioso sul teatro Petruzzelli, con relative spese, e corrispondente danno, anche per il pubblico Erario. Oggi, alla luce della mancata adesione e mancata partecipazione delle parti pubbliche invitate, la mediazione è diventata una gigantesca ‘cartina di tornasole’ per aiutare chiunque a comprendere qual è la parte che crede nell’accordo e qual è quella che non ritiene neppure di provare a raggiungerlo su un tavolo neutrale istituzionale”.

Amenduni si riferisce alle sentenze della Corte d’appello di Bari, le quali assegnano il Petruzzelli ai Messeni Nemagna, e all’incontro chiesto da questi ultimi alle Istituzioni, per cercare una via d’uscita sulla questione-teatro. Secondo le carte, inoltre, la famiglia deve 43 milioni più gli interessi legali allo Stato italiano, per la ricostruzione del Petruzzelli. La mediazione avanzata dai proprietari è stata respinta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla Regione Puglia, dal Comune di Bari, dalla Città metropolitana e dalla Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli; mentre il Ministero della Cultura e la Protezione Civile non hanno risposto all’invito.