Cinghiali in ritirata. O quanto meno questo è l’augurio degli agricoltori di Puglia. La Giunta regionale ha infatti approvato la delibera per arginare le razzie dei cinghiali in campagna. Durante l’emergenza dovuta alla pandemia stiamo assistendo a spettacoli animaleschi in città e nel circondario rurale. Così, l’aumento del 15% dei cinghiali potrà essere contrastato dall’intervento diretto dei coltivatori, muniti di licenza di caccia, o sarà possibile chiedere l’intervento delle Autorità preposte, per difendere il raccolto.

La Coldiretti esprime soddisfazione per le scelte della Regione. “I branchi si spingono sempre più vicino ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone. Il provvedimento della Giunta regionale, fortemente voluto da Coldiretti e proposto dall’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, prevede tra l’altro che l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla Polizia Locale e Provinciale. Gli agricoltori saranno coadiuvati dalle stesse Forze dell’Ordine, da guardie venatorie volontarie e potranno delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale, seguendo il calendario venatorio allargato fino a comprendere i mesi da settembre a gennaio”.

Le azioni di contenimento e prelievo, secondo la Coldiretti, saranno affidate al prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”. La situazione è diventata insostenibile – aggiungono i coltivatori –. Nelle campagne si contano danni per almeno 15 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole e viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie, evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal Ministero della Salute, che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste suina africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali”. La denuncia prosegue: “Secondo il Piano si deve ridurre il numero dei cinghiali attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e quelle programmabili nella rete delle aree protette”. Infine la Coldiretti riporta fatti di cronaca sotto gli occhi di tutti. “C’è chi si è ritrovato un cinghiale in piscina, chi li ha incrociati in mare e anche chi li ha fotografati mentre si godono la siesta su un materasso abbandonato accanto ai bidoni della spazzatura”. “I cinghiali – conclude la Coldiretti – hanno preso possesso del territorio delle aree protette e si sono spinti anche nei centri abitati con segnalazioni nei paesi e nelle grandi città, oltre che nelle aree coltivate. In pericolo non ci sono solo le produzioni agricole necessarie per soddisfare la domanda alimentare dei cittadini, ma anche la sicurezza delle persone che in alcuni territori sono assediate fin sull’uscio di casa, senza dimenticare gli incidenti stradali e i pericoli per i mezzi di soccorso”.