In Puglia le persone con diabete sono oltre 400mila, più del 7% della popolazione. Ma quante persone pur avendo il diabete non lo sanno? Si parla di altre 80/120mila. Insomma, il problema tocca una popolazione superiore a quella dell’intera città di Bari. E il numero è destinato ad aumentare per l’invecchiamento della popolazione, l’obesità e la sedentarietà.

Cosa significa questo per le famiglie interessate e per la collettività? Non c’è una risposta unica: una persona con diabete ben formata, motivata, che accede alle cure specialistiche, ai farmaci e ai presidi appropriati, probabilmente manterrà il diabete in equilibrio senza troppe difficoltà e riuscirà a rimandare o a evitare complicanze. Se invece non riceve l’educazione necessaria e non accede alle cure del caso avrà una maggiore probabilità di sviluppare infarti, ictus o problemi anche seri agli occhi, ai reni o ai piedi. Nel primo caso sarà un soggetto attivo nella sua famiglia, sul lavoro e nella comunità; nel secondo caso si sentirà più facilmente un peso e richiederà cure costose.

Il tema della Giornata Mondiale del Diabete di quest’anno è, infatti, “L’accesso alle cure per il diabete: se non ora quando?”. Un argomento che merita una sottolineatura e un’adeguata sensibilizzazione, visto che a 100 anni dalla scoperta dell’insulina, ancora molti farmaci e tecnologie per la cura del diabete restano fuori dalla portata di tante persone che ne avrebbero bisogno.

“L’accesso alle cure – afferma il professor Francesco Giorgino, direttore dell’Endocrinologia dell’Università di Bari – deve essere garantito a tutti i cittadini con diabete, in maniera quanto più possibile uniforme su tutto il territorio regionale e nazionale. Sarebbe, inoltre, importante che i Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) per il diabete fossero coordinati dagli specialisti diabetologi e che alle persone con diabete venga garantita la stessa possibilità di avere a disposizione farmaci o tecnologie innovative, in grado oggi di modificare la storia naturale della malattia diabetica e renderne più efficiente la gestione quotidiana”.

La Giornata del Diabete, che si celebra come ogni anno nel secondo fine settimana di novembre, vede in Puglia il coinvolgimento dei diabetologi coordinati dall’Unità Operativa di Endocrinologia dell’Università di Bari (Direttore prof. Francesco Giorgino) e dalla sezione pugliese della Società Italiana di Diabetologia (presidente prof. Luigi Laviola) e dell’Associazione Medici Diabetologi (presidente dottoressa Rosalia Serra, ASL Lecce) con i diabetologi pediatrici dell’Ospedale Giovanni XXIII (dott.ssa Elvira Piccinno), con il contributo prezioso della Associazione Diabetici Baresi Onlus (signor Giuseppe Traversa) e della APGD (dottoressa Lucia Vitale, Associazione Pugliese per l’aiuto al Giovane con Diabete) e si svolgono con il patrocinio della Regione Puglia e del Comune di Bari. I temi rilevanti per la sensibilizzazione della popolazione alla lotta contro il diabete e le sue complicanze sono stati presentati questa mattina nella Sala giunta del Comune di Bari. Alla conferenza stampa ha preso parte anche il Vice Capo di Gabinetto della Regione Puglia, Domenico De Santis.

“La Giornata Mondiale del Diabete è un’occasione di riflessione sulla patologia e sulle sue implicazioni sanitarie e sociali, per gli adulti e i bambini – aggiunge il professor Giorgino – e per riflettere sulla prevenzione e la cura con l’obiettivo di prevenire le nuove insorgenze ma anche le complicanze cardiovascolari, renali e per l’apparato visivo”. A causa del protrarsi della situazione pandemica, spiega, il consueto programma di iniziative in piazza sarà semplificato e prevede la realizzazione di un punto screening in città il prossimo 5 dicembre.

Da remoto, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha voluto inviare il proprio video-messaggio, nel corso del quale ha inteso ringraziare “tutti coloro che animano questa giornata: un team di professionisti che ha permesso alla Puglia di compiere un balzo in avanti nella prevenzione e nella cura del diabete e migliorato il sistema”.

“Apprendo con piacere che, dopo l’interruzione per il Covid, riprenderemo presto a fare iniziative di prevenzione – afferma il signor Giuseppe Traversa – un aspetto strategico sia sotto il profilo del benessere della popolazione che per i risvolti sul Sistema Sanitario, all’interno del quale è ancora necessario lavorare per colmare le disparità di trattamento esistenti fra differenti aree della nostra regione”.
Gli fa eco la dottoressa Lucia Vitale: “È importante garantire anche ai più giovani l’accesso alle tecnologie più avanzate nella cura del diabete e personalizzare gli interventi sanitari. Così come è importante informare il più possibile coloro che operano in ambienti a contatto con i bambini: è necessario conoscere la malattia per realizzare una vera inclusione, soprattutto a scuola”.

“Negli anni l’introduzione di tecnologie innovative ci hanno aiutato a curare meglio i ragazzi” – aggiunge la dottoressa Elvira Piccinno – Il diabete è una malattia che colpisce e condiziona molto la sfera umana dei pazienti più giovani; ha un esordio spesso drammatico e costringe l’intera famiglia a modificare la propria quotidianità. È per questo che invitiamo le famiglie a porre attenzione alla prevenzione della chetoacidosi: tanta sete e tanta pipì possono essere sintomi da tenere sotto controllo”. La dottoressa Piccinno auspica, inoltre, lo sviluppo di un sistema sanitario che garantisca la continuità di cura fra team pediatrico e team diabetologico adulto per sostenere nella crescita i pazienti pediatrici.

“Formazione innanzitutto – è ciò che auspica la dottoressa Rosalia Serra – “Dobbiamo puntare all’omogeneità dell’intervento, alla condivisione, coinvolgendo i professionisti della cardiologia, della nefrologia e dell’oculistica, oltre che i medici di Medicina generale, che ricoprono un ruolo importantissimo nella tempestività dell’intervento, individuando segnali e familiarità con la malattia”.

“Compito delle Società Scientifiche è generare conoscenza e trasferirla, non solo sulla malattia ma anche sulle sue complicanze – ha concluso il professor Luigi Laviola – Oggi possiamo contare su sensori glicemici e microinfusori automatici di insulina, su tecnologie e farmaci che riducono le complicanze anche fino al 40%. Tecnologie che permettono di realizzare anche importanti economie anche per il Sistema Sanitario”.

Il professor Laviola ha, poi, invitato tutti ad “accendere una luce per il diabete, una luce blu, fotografarla e pubblicarla sui propri profili social per aderire idealmente alla campagna #FaiLuceSulDiabete”. A Bari, dalla sera di domenica 14 novembre, inoltre, la Giornata del Diabete sarà celebrata con l’illuminazione in blu della fontana di Piazza Moro e della Torre del Palazzo della Città Metropolitana, come segno che accomuna tanti monumenti in tutta Italia.