Il Tar Puglia, dopo i ricorsi presentati dai candidati consiglieri non eletti Vito De Palma (Forza Italia), Antonio Paolo Scalera (La Puglia Domani) e Sergio Blasi (Pd), ha affidato alla Prefettura di Bari l’incarico di rideterminare la ripartizione dei seggi per la “corretta composizione del Consiglio regionale pugliese” entro 20 giorni.

Si dovrà tenere conto della “percentuale di voti validi raggiunta dal gruppo o dalla coalizione di gruppi collegati al presidente proclamato eletto va calcolata al netto dei voti conseguiti dalle liste che non hanno superato le soglie di sbarramento del 4%”. La maggioranza passerebbe così da 29 a 27 seggi.

Un altro criterio è quello dello “scorrimento della graduatoria decrescente dei voti che residuano, dopo il riparto dei voti a quoziente intero, va effettuato nel senso di attribuire, prima di tutto, il seggio alla circoscrizione che ne è rimasta priva, per poi riprendere lo scorrimento della graduatoria dalla testa, ai fini dell’assegnazione degli ulteriori seggi, come sancito dal Consiglio di Stato”.

“L’individuazione della soglia di sbarramento del 4%, al di sotto della quale le liste collegate al presidente risultato eletto non concorrono all’assegnazione dei seggi, va effettuata tenendo conto del totale dei voti validi riportati nella Regione, includendosi in questo concetto anche i voti riportati dal candidato presidente -precisa il Tar Puglia -. La corretta composizione del Consiglio regionale pugliese non può che essere la risultante dell’applicazione dei criteri enunciati, i quali interferiscono con la posizione di tutte le parti del contenzioso elettorale sviluppatosi innanzi al Tar Bari. È opportuno nuovamente demandare alla Prefettura di Bari la rideterminazione della ripartizione dei seggi in applicazione di tutti i criteri su riportati, evidentemente destinati ad interagire, onde pervenire alla finale individuazione dei candidati da proclamare eletti e da insediare legittimamente nel Consiglio regionale Pugliese”.