Resta ancora nel limbo la questione in merito alla Cassa Prestanza, il fondo in cui ex dipendenti e lavoratori del Comune di Bari versavano parte del loro stipendio per assicurarsi la buona uscita e che ora conta un buco di 14 milioni di euro. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Michele Picaro, mesi fa aveva presentato una interrogazione nella quale veniva sollecitato il Comune a dar seguito alla sentenza del Tar che imponeva di esprimersi sulla natura della Cassa Prestanza entro 60 giorni.

“Dopo un incomprensibile silenzio – sottolinea Picaro -, nonostante il regolamento preveda una risposta entro 30 giorni, e dopo un sollecito, arriva questa stringata risposta. In pratica questa amministrazione, in base ad articolate motivazioni legali (quali non è dato sapere quasi a voler dire che i baresi non ne capirebbero il contenuto) decide ancora una volta di non decidere ma di prendere tempo impugnando la sentenza”.

“Non solo. Fregandosene della sorte dei 1500 dipendenti comunali che in tanti anni hanno versato e affidato parte dei loro risparmi, la risposta termina con una inequivocabile Pilatesca lavata di mani riservando ogni valutazione all’esito del processo“.

“Da sempre in consiglio comunale si era offerta la disponibilità a trovare una soluzione condivisa, coinvolgendo anche il governo centrale. Ma prendiamo atto che questa amministrazione è capace di nominare “l’avvocato scemo” (confronta la dichiarazione ai dipendenti del Sindaco) – conclude il consigliere comunale – e poi nascondersi per non prendere decisioni con ulteriori carte bollate che affossano sempre di più la Cassa Prestanza”.