La telenovela del Tfm, il trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali, si arricchisce di una nuova puntata.

Il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, non potrà partecipare alla seduta del Consiglio in programma martedì 21 settembre, e la questione del Tfm, dopo essere stata approvata in VII Commissione, con tanto di ripristino della retroattività dal 2013, non verrà per ora risolta.

Emilano, a differenza della prima volta, vuole essere presente in aula ed esprimere il proprio dissenso verso la norma che ora prevede la retroattività e l’indennità da 7,1mila euro all’anno per ogni anno passato in consiglio non solo agli attuali consiglieri, ma anche agli ex dal 2013 al 2020, e che aumenta anche il contribuito a carico dei consiglieri dall’1% al 2%.

“Non dice no in via pregiudiziale al tfm, ma dice no a questo tipo di tfm e chiede un chiarimento”, spiegano fonti vicine al governatore.

La data da cerchiare in rosso sul calendario è quella del 28 settembre, Emiliano cercherà di ricompattare il centrosinistra verso l’abrogazione totale dell’indennità.

Ma c’è un altro importante retroscena che risale ai giorni scorsi quando il ministero dell’Economia, con una nota inviata al Consiglio regionale, ha contestato la mancata copertura, evidenziando la possibilità di impugnare la norma da parte del consiglio dei ministri.