Se ognuno facesse il proprio dovere, la stampa non esisterebbe. Sì perché i giornalisti non si occupano solo di informare i cittadini su quello che accade nelle città, ma il più delle volte è chiamata per dare voce a chi purtroppo non ne ha.

I motivi possono essere molteplici, ma spesso si tratta di problemi burocratici che finiscono per mandare in rovina intere famiglie. Il nostro lavoro ci porta, in fin dei conti, ad essere anche un po’ odiati dai burocrati che si vedono messi alle stratte nel momento in cui è richiesto il nostro intervento. Siamo come la pietrolina nella scarpa che dà troppo fastidio.

Qualche settimana fa abbiamo aiutato due persone a risolvere alcuni problemi burocratici con due enti che tra loro non hanno nessun legame. Grazie al nostro intervento entrambi gli enti pubblici sono riusciti a risolvere quanto denunciato, forzando il sistema e aggirando la burocrazia che alla fine, lo ripeteremo all’infinito, ci ammazzerà tutti.

Risolti i problemi, però, entrambi gli enti (che ricordiamo tra loro non hanno alcun legame) hanno preso in disparte i cittadini dicendo chiaramente di non spargere la voce del nostro intervento per non far pensare che, chiamando la stampa, il problema si risolve.

Dopo questa notizia, che ci ha davvero lasciati basiti, ci viene spontaneo ribadire che probabilmente se tutti facessero il loro dovere non ci sarebbe il bisogno di chiamare la stampa, fermo restando che vivremmo in città utopiche dove non si verificherebbero fatti di cronaca e dove non ci sarebbero persone in gravi difficoltà economiche.

In merito all’invito degli enti a non spargere la voce del nostro intervento, noi replichiamo dicendo di chiamarci qualora avesse bisogno di un aiuto concreto perché noi saremo sempre pronti a denunciare ciò che non va nel nostro paese.