Le proteste sollevate da presidi, genitori e sindacati non hanno avuto successo: durante un nuovo vertice che si è tenuto tra gli assessori regionali Sebastiano Leo (all’Istruzione) e Anita Maurodinoia (ai Trasporti) e il prefetto di Bari, al momento è stato confermato il piano operativo, varato nei giorni scorsi dalla Prefettura, che prevede il doppio turno di ingresso, alle 8 per il 75% degli studenti, alle 9.40 il restante 25%, per rispettare il limite dell’80% di capienza a bordo dei mezzi di trasporto.

Ma la questione sembra tutt’altro che chiusa. Un “incontro urgente” per “valutare attraverso il confronto se esistano le possibilità di rendere più flessibili gli obblighi previsti dal documento operativo, sulla base di una valutazione e di un monitoraggio delle situazioni o delle singole scuole e dei singoli territori”, è questa la richiesta trasmessa alla prefetta di Bari, Antonia Bellomo, da 55 dirigenti di licei, istituti tecnici e professionali dell’area metropolitana di Bari.

Nella lettera, i presidi evidenziano che “vi sono scuole che prevedono l’uscita dopo 5 ore, altre dopo 6, altre dopo 7 ore di lezione” e “lo scaglionamento dell’ingresso determinerebbe che gli studenti escano oltre le 15 per i licei, oltre le 17 per gli istituti professionali”.

Secondo i dirigenti questo implica un problema relativo al “tempo di studio e di lavoro a casa. Infatti, gli studenti pendolari – spiegano – rientrerebbero a casa nel pieno o tardo pomeriggio. Come si può presumere che possano svolgere il proprio dovere scolastico di studio individuale? Garantiremmo così il diritto alla presenza a scuola, ma non il diritto allo studio”. Nel documento i presidi evidenziano poi “l’impossibilità” con i doppi turni “di svolgere attività didattiche pomeridiane” e la necessità di “riduzione delle ore d’insegnamento, passando da 60 minuti a 50 o 55 minuti per ora”, per un totale di “180 ore all’anno” per i soli licei, “più di un mese di scuola – dicono – sottratto quest’anno agli studenti che dovrebbero invece anche recuperare il non poco tempo perduto negli ultimi due anni scolastici”.