Anni di precariato, nell’attesa che il telefono squilli per ricevere la notizia di una cattedra libera. Una chiamata che sembra quasi non arrivare mai. Ma a volte, si sa, quella notizia arriva proprio nel giorno in cui hai altro da fare, ad esempio sposarti, e siccome se non rispondi potresti finire di nuovo nelle lunghe liste d’attesa, tutta truccata e vestita con lo splendido abito bianco, decidi di andare a firmare la cattedra di supplenza annuale.

È accaduto all’istituto Majorana di Martina Franca. “Ne abbiamo viste tante nella scuola, ma una così mai. Aveva un impegno molto importante ma ha trovato il modo di venire comunque a scuola. Auguri Carmela, sei già entrata nei nostri cuori” scrivono sulla pagina Facebook postando la foto di quella che per quest’anno sarà la professoressa di matematica.

Una notizia che però racchiude un profondo senso di rammarico e lo si evince dalla risposta della diretta interessata. “Rispondo perché ne ho lette di ogni. Non è un posto fisso, ma un semplice contratto annuale. Sono stata costretta ad andare a scuola a firmare altrimenti avrei perso un anno di lavoro. Purtroppo la gente parla senza sapere”.

Una triste verità che accomuna i tanti che cercano costantemente di ottenere il lavoro dei loro sogni. Persone che dopo anni di sacrifici e di studi sono costretti a mettersi in auto all’una di notte per riuscire a raggiungere in tempo la scuola che li ha chiamati per la sostituzione perché, se non puoi farlo, quel contratto ti sfuma via dalle mani come se fosse cenere.

Purtroppo nella scuola pubblica ci sono migliaia di docenti lasciati nel limbo del precariato che tentano di andare avanti arrangiandosi tra mille lavori. La triste realtà è quella di Carmela costretta a ritagliarsi una mezz’ora di tempo nel giorno più importante della sua vita.