Nel 2020 sono stati 2538 gli sfratti in Puglia, 2260 per morosità, e 1187 solo a Bari. Eppure il Decreto Sostegni prevede la proroga fino al 30 settembre o al 31 dicembre della proroga degli sfratti. Ma non solo: nel capoluogo pugliese gli alloggi sfitti risultano 18 mila.

Tutto questo ha lasciato scattare la reazione del Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari (SUNIA). E infatti il referente per le province di Bari e BAT Angelo Garofoli dichiara: “Con il possibile obbligo del green pass per tutti i dipendenti pubblici, come già annunciato dal ministro Brunetta e il ritorno pieno del lavoro in presenza a scapito del telelavoro diffusosi con la pandemia covid, anche gli ufficiali giudiziari potranno tornare a notificare convalide ed esecuzioni di sfratti, finora bloccate per la sospensione decisa dal Governo. Questo comporterà ulteriori problemi alle famiglie in difficoltà”.

Eppure i proprietari di case avrebbero a disposizione alcuni mezzi, per fronteggiare l’emergenza abitativa. “Le esecuzioni spiega Garofoli proseguono per finita locazione o morosità incolpevole, nonostante ci sia il Fondo morosità incolpevole, che la Regione rigira ai Comuni, attraverso il quale i proprietari possono far fronte alle mancanze degli inquilini, recuperando parte dei fitti non pagati per le difficoltà di questi ultimi. Ma accade quasi sempre che i bandi dei Comuni vanno deserti, o quasi, perché poco pubblicizzati: i proprietari degli immobili non sono neanche a conoscenza della loro esistenza, così quei soldi finiscono nel Contributo per i fitti.

“Questo aggiunge Garofoli – scoraggia i proprietari, che preferiscono avere case sfitte e non affittarle. Nonostante ci sia carenza di immobili, si viva in emergenza abitativa ed esista la cedolare secca per la registrazione di contratti al 10%. Oltre che l’IMU a Bari del 4 per mille, tra le più basse in assoluto”.

La cronaca del SUNIA si sofferma anche sul fatto che la maggior parte delle case sfitte andrà a ingrossare la serie di bed and breakfast e incoraggerà le locazioni brevi da parte dei proprietari immobiliari. Pertanto gli sfrattati alloggeranno in periferia o nei Comuni limitrofi alle città principali. Ed ecco, allora, la proposta del sindacato alla Regione: destinare almeno l’un per cento del bilancio regionale del 2022 all’aumento degli alloggi in locazione, alle manutenzioni degli alloggi di edilizia pubblica e a interventi di sostegno alle famiglie in locazione. Inoltre il SUNIA rammenta che tali risorse sono necessarie a causa della mancanza di fondi all’Agenzia Regionale per la Casa e l’Abitare (ARCA), ex Istituto Autonomo per le Case Popolari di Bari (IACP).