Daria Cascarano, facendosi portavoce del Comitato Articolo 34 – genitori per scuola, si oppone in un comunicato alle parole dell’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco, in seguito alla possibilità e alla proposta di portare gli studenti ad effettuare il vaccino per poter tornare a scuola.

“Con riferimento alle reiterate comunicazioni – scrive Cascarano – dell’assessore alla sanità della Regione Puglia Lopalco, In Puglia primo appello ad agosto, convocheremo le classi negli hub, in merito alla vaccinazione degli studenti per consentire l’accesso a scuola a settembre diffidiamo la Regione Puglia a non invadere la sfera della potestà genitoriale. È intollerabile quello che sta accadendo”.

Il comunicato prosegue: “Come afferma lo stesso Lopalco a Il Messaggero l’8 luglio 2021: Lo sappiamo che le varianti possono rendere meno efficaci i vaccini sull’infezione, ma quello che ci deve interessare è non andare in ospedale. Il problema non è l’infezione, ma la malattia grave. E il vaccino riduce i casi gravi. Il vaccino serve per evitare di avere una reazione grave nel caso in cui si venisse a contatto con il virus, per questo motivo si è partiti dalle categorie a rischio”.

“Poiché i ragazzi non rientrano in questa fascia – scrive – e comunque il vaccino è ancora in fase sperimentale, in merito soprattutto alle sue eventuali conseguenze nel lungo periodo e su un sistema immunitario ancora immaturo e quindi su soggetti in crescita, come si permette l’assessore a fare queste gravissime dichiarazioni? Nessuno con un rischio di questo tipo può decidere al posto di noi genitori e non può mettere le famiglie in condizione di farsi nuovamente la guerra per la scuola come già avvenuto in precedenza”.

“In questa maniera – continua la portavoce – viene leso anche il diritto alla privacy, i ragazzi vengono messi in difficoltà di dover dar conto di decisioni complesse prese all’interno della sfera familiare che questo tipo di politica cerca di invadere e sopraffare. I ragazzi sono in una fase di crescita in cui il gruppo ha un peso enorme e creando queste situazioni da “idoneità alla leva obbligatoria” si continueranno ad alimentare nei giovani tensioni tra di loro e con le proprie famiglie”.

“Non bastano – conclude Cascarano – i disagi psicologici che questo inferno sta creando vogliamo continuare a peggiorare la situazione con una comunicazione e delle decisioni prese senza avere alcun riguardo di cosa significhino veramente sulla vita delle persone? Non siamo carne da macello. Se la situazione non cambia andremo oltre la diffida e ci rivolgeremo alle autorità preposte”.