“Non smette di superarsi l’Assessorato alla Salute della Regione Puglia che messo di fronte alle sue gravi inadempienze e responsabilità sceglie di fuggire dal confronto, alimentando malcontento e tensione tra le strutture dopo che a seguito dell’ennesimo sit in con decine di strutture socio sanitarie pugliesi e la mediazione della Digos era stato assicurato un incontro con le Associazioni di Categoria e l’associazione delle famiglie dei disabili (ANFFAS), invece poi rivelatosi solo un annuncio. Uno dei tanti”.

Inizia così il comunicato stampa delle associazioni che si occupano delle Rsa e dei centri diurni del territorio. Il 3 giugno ci sarebbe dovuto essere un incontro con la Regione per discutere dei fondi mancati, soprattutto in questo momento di pandemia.

“L’assessore Lopalco aveva promesso una convocazione per il 3 giugno. Ed invece non è giunta alcuna convocazione e nonostante le consuete e corrette sollecitazioni da parte delle Associazioni di Categoria, la Regione ha preferito la strada della scorrettezza prendendoci in giro. Ma naturalmente non accetteremo questo intollerabile comportamento irrispettoso non solo verso i gestori ma soprattutto sconsiderato verso migliaia di anziani non autosufficienti e disabili gravi assistiti con passione e professionalità da altrettanti lavoratori che nelle RSA e i Centri Diurni hanno una occupazione stabile. Non sappiamo se l’incontro non si sia tenuto, come pare, perché il dottor Montanaro abbia messo il veto”.

“Una domanda però ci sorge spontanea. Quale è il “potere” dell’assessore Lopalco se non ha neanche la possibilità di convocare un incontro con la sua tecnostruttura? In ogni caso a restarne vittime incolpevoli sono ancora una volta il 90% delle RSA e i Centri Diurni della Puglia che pur con ogni diritto sono tenuti fuori dal sistema di accreditamento a differenza del solo 10% delle strutture che invece da anni godono di ogni beneficio fatturando il doppio di tutte le altre pur avendo medesimi costi”.

“In Puglia – continuano –  ci sono strutture di serie A e strutture di serie B: così vuole la Regione. L’Assessorato alla Salute ha l’obbligo, non la facoltà, di adottare le norme approvate da anni sull’accreditamento, sulle tariffe, sul trasporto disabili ospiti dei centri diurni, sui rimborsi dei DPI sostenuti durante la Pandemia ove le strutture hanno avuto un comportamento esemplare agendo con abnegazione e professionalità assicurando protezione a decine di migliaia di pazienti e lavoratori”.

“La risposta a tutto questo – sottolineano – invece è stato lo scippo degli infermieri e una completa autonomia delle Asl: ognuna paga (o non paga) le prestazioni secondo propri criteri. E’ un’anarchia. È evidente come le RSA e i Centri Diurno siano fuori dall’agenda della Regione Puglia con il Governatore Emiliano e l’assessore Lopalco a fare da spettatori.

“L’assessore Lopalco non può rimangiarsi l’impegno a convocarci e chiediamo, anzi pretendiamo, che rispetti la parola data. Non può continuare a trincerarsi dietro “il problema Covid” che necessariamente coinvolge anche le realtà che rappresentiamo – sottolineano -. Lo trovi anche per noi. A lui chiediamo una urgente convocazione già nella prossima settimana. Da parte nostra una promessa: la nostra protesta sarà ancora più determinata, responsabile e etica.

“Inoltre – prosegue il presidente dell’associazione di categoria Welfare a Levante, Antonio Perruggini – sono seguite decisioni vessatorie da parte delle Asl tipo l’ultima della Asl di Foggia che pretende ogni mese le copie delle buste paga, dei bonifici effettuati e una relazione per ogni mese. Al tempo stesso alcune Asl pagano le prestazioni e seguono dei criteri, altre invece ne seguono altre e non pagano. È un vero delirio”.

“Le RSA sono fuori dall’agenda della Regione Puglia e il Governatore fa da spettatore ove alle inadempienze ora si aggiungono anche le beghe interne tra loro. La nostra protesta sarà ancora più determinata, responsabile e etica ritenendo che sia giunto il momento di trasferire l’intera storia delle RSA di Puglia alla magistratura penale e contabile che saprà valutare cosa sta succedendo. Purtroppo in Italia invece della ragionevolezza serve sempre l’intervento dei Giudici e anche la Regione Puglia, evidentemente, la pensa così” conclude Perruggini.