“È importante sottolineare che nei test clinici la somministrazione della seconda dose di Pfizer Biontech era prevista fino a 42 giorni. Queste informazioni sono nel bugiardino del vaccino. Quindi non è una deviazione rispetto alla raccomandazione superare i 21 giorni estendendo a cinque settimane. Se si superassero i 42 giorni, allora sarebbe una deviazione”.

Marco Cavaleri dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, fa chiarezza attorno al dibattito che si è sollevato nelle ultime ore riguardo i richiami dei vaccini americani.

Dopo il botta e risposta tra Cts e Pfizer, anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, si è esposto sull’argomento.

“L’intervallo tra la prima e la seconda somministrazione prolungato alla sesta settimana, quindi ai 42 giorni, non inficia minimamente l’efficacia dell’immunizzazione e ci permette di somministrare molte più dosi di vaccino”, le sue parole.

Le Regioni intanto invocano chiarezza per programmare al meglio le proprie campagne vaccinali. “L’Ema e tutte le autorità sanitarie hanno detto che il richiamo del vaccino Pfizer si può fare fino a 42 giorni dopo la prima dose per avere un buon effetto. Io seguirei le autorità sanitarie – le parole di Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni -. L’importante è che ci diamo una regola condivisa con tutti, perché se dopo qualcuno vaccina a 21, qualcuno a 42 o 35 giorni diventa tutto più complicato. Penso che il Ministero della Salute darà un’indicazione chiara”.