Si chiama “Premio di risultato annuale Quadri”, ammonta a 5mila euro lordi ed è stato istituito dalle Ferrovie Appulo Lucane a luglio 2020, quando l’Italia tentava di risollevarsi dopo i morti per la pandemia da coronavirus e i mesi trascorsi in lockdown, disastrosi per l’economia. Della sua esistenza, scrivono i sindacati Usb, Filt Cgil, Uilt Uil e Faisa Cisal, hanno appreso solo nei giorni scorsi; la cosa li ha fatti trasecolare.

“Nelle FAL il 06 Aprile 2020 come Organizzazione Sindacale ci siamo trovati di fronte ad un aut aut – si legge nel comunicato dell’Unione Sindacale di Base – o si siglava un accordo sindacale con il quale si imponeva ai Lavoratori la fruizione delle ferie, o si procedeva con l’acceso al Fondo Bilaterale di Solidarietà Autoferrotranvieri. Al contempo, il DG delle FAL Matteo Colamussi, nella sua veste di presidente ASSTRA Puglia e Basilicata, non perdeva occasione di evidenziare su diverse testate giornalistiche quanto l’ondata di crisi stesse travolgendo il settore. Nel mese di Luglio 2020 avevamo superato la prima ondata della pandemia Covid19, e tutti i settori produttivi ne uscivano con le ossa rotte”.

“Siamo tutt’ora testimoni di un aumento significativo dei tempi di percorrenza sulla tratta ferroviaria Bari-Matera, un convoglio ferroviario Stadler (ST4) fermo in manutenzione da più di un anno nell’officina di Bari Scalo, lavori per il raddoppio ferroviario ancora in corso (per non dire fermi), violazioni per eccessivo ricorso al lavoro straordinario. Un premio di risultato per i Quadri poteva benissimo essere differito a tempi migliori”.

“La società in più occasioni ha voluto mostrare il pugno di ferro contro le maestranze per i motivi più disparati – scrivono in un comunicato a parte Filt Cgil, Uilt Uil e Faisa Cisal -, partendo da contestazioni al personale e finendo al mancato riconoscimento dei parametri in funzione delle mansioni realmente svolte. Appare quanto meno inopportuno che questa società abbia inteso siglare un accordo oneroso per le casse aziendali senza alcun tipo di informativa alle organizzazioni sindacali.

“La notizia lascia disgustati sul piano morale, è da più di un anno che chiediamo di aumentare il valore dei buoni pasto, senza ottenere risultati apprezzabili e ricevendo un secco rifiuto da parte della società che si trincera dietro difficoltà economiche. Appare quindi paradossale che tali difficoltà siano ostative ad aumenti di salario per le maestranze, ma non pregiudichino in alcun modo la stipula di un lauto accordo peri quadri”.

“La società non vuole parlare di salario delle maestranze, ma trova soldi (che ricordiamo essere pubblici) da destinare a pochi. In piena pandemia COVID-19, i lavoratori delle FAL hanno garantito e garantiscono il servizio di trasporto pubblico, anche a pregiudizio della propria salute e non meritano un simile trattamento da parte di chi dovrebbe provvedere al giusto riconoscimento del loro prezioso ed indispensabile lavoro”.