“Il Nirs sta svolgendo un’ispezione amministrativa avente ad oggetto l’analisi degli elenchi dei vaccinati fino al 15 febbraio e l’analisi di ulteriori banche dati al fine di riscontrare eventuali criticità nella organizzazione, gestione ed esecuzione della somministrazione dei vaccini nel periodo su indicato. Pertanto, ad oggi, non è possibile fornire alcun dato e percentuale di presunti furbetti, ragione per cui lo scrivente mai avrebbe potuto affermare e mai ha affermato che uno su 5 in Puglia sarebbe un furbetto del vaccino”.

A precisarlo è l’avvocato Antonio La Scala, coordinatore del Nirs, il Nucleo ispettivo sanitario regionale, incaricato dalla Regione di dare la caccia ai salta fila. I furbetti del vaccino hanno provocato danni enormi alla campagna in Puglia, la meno efficace in Italia secondo YouTrend e bocciata pesatamente dal Financial Times.

“Nel corso di alcune interviste – prosegue – sono state affrontate solo questioni tecniche di carattere generale relative a vuoti normativi nazionali, mancanza di linee guida circa chi debba intendersi per operatore sanitario, mancanza di autocertificazioni che avrebbero potuto essere sottoscritte all’atto della somministrazione del vaccino, ed altre questioni di natura giuridica”.

“Il paradosso è che centinaia di furbetti del vaccino potrebbero farla franca perché in assenza di autocertificazione sarà difficile dimostrare l’irregolarità – conclude -. Nei punti vaccinali è stato fatto tutto a voce, per cui un furbetto del vaccino potrebbe dire di non avere firmato nessun documento per dichiarare di essere un operatore sanitario, cioè di appartenere alla categoria che poteva accedere alla vaccinazione. Accertarlo è estremamente complicato, c’è stato un vuoto normativo a livello centrale, quello che riguarda l’autocertificazione per i vaccinati, una prassi che solo il Policlinico di Bari ha adottato e che adesso stanno adottando tutti. Con questa, in caso di dichiarazione falsa,  si rischiano da sei mesi a tre anni di reclusione e si diventa pregiudicati perché la condanna è sicura perché non si può dire che non si sapeva o che si è ignoranti. Se qualcuno si spaccia per un medico commette un grave reato”.