Questo matrimonio non s’ha da fare. Così scriveva Manzoni ne “I Promessi Sposi”, in un contesto storico in cui la peste aveva decimato il popolo. È eloquente il fatto che questa frase sia tornata in auge da un anno circa, da quando cioè un’altra peste pandemica ha obbligato migliaia di novelli Renzo e Lucia a non convolare a giuste nozze.

La Puglia, però, non può permettersi uno stop così prolungato. La nostra regione è leader nel settore matrimoni in Italia, Assoeventi Puglia è stata promotrice di un protocollo per la ripartenza, che potrebbe servire come modello replicabile in tutta Italia. Il documento è stato approvato dal ministro Speranza e venerdì la bozza è stata consegnata all’assessore regionale Lopalco per ottenere la validazione.

Ad oggi risulta ancora annientata la facoltà di sposarsi secondo una libera scelta e secondo personali esigenze, comprendenti l’allestimento di tutta una serie di attività afferenti al settore del wedding: abiti, bomboniere, fiori, ristorazione, gruppi musicali, fotografi, parrucchieri, estetisti, agenzie di viaggi e di planner, tipografie e chi più ne ha, più ne metta.

L’indotto che ruota attorno al mondo dei matrimoni è fatto di fornitori e maestranze pressoché infiniti, soprattutto in una regione come la Puglia costellata di masserie e sale ricevimenti. Per Assoeventi Puglia, la perdita nell’ultimo anno registrata dalle nostre parti si assesta intorno a un miliardo di euro, con 100mila lavoratori stagionali a tempo indeterminato rimasti senza occupazione.

Gli imprenditori del wedding locale stimano che più dell’80% dei matrimoni programmati in Puglia siano sospesi, rimandati sine die da marzo 2020 e che si andranno a sommare a quelli fissati per il 2021, molti dei quali sono già. La perdita subìta dal nostro territorio fino al 31 dicembre 2020 è stata del 90% rispetto al fatturato del 2019, sempre secondo la stessa associazione di categoria.

Qualcosa però, finalmente, si sta muovendo. Oltre al protocollo, che include una proposta concreta con regole certe e un capitolo intero dedicato ai ristori, il 7 aprile scorso la ministra Mariastella Gelmini ha ascoltato la testimonianza di alcuni lavoratori del settore. Dal suo profilo facebook si legge: “Abbiamo cercato di capire insieme come risarcire adeguatamente le imprese più colpite e ripartire in sicurezza già nelle prossime settimane”.

Pare scongiurata l’ipotesi dell’obbligo di tamponi salivari agli ospiti controllati tramite una piattaforma apposita, ma sicuramente verranno garantiti il rispetto delle norme di distanziamento e l’organizzazione delle cerimonie in luoghi il più possibile aperti. Le libertà verranno concesse in modo minore o maggiore a seconda delle restrizioni in vigore nella regione in cui si svolgerà l’evento.

Le parole della ministra sembrano suggerire che i matrimoni potranno ripartire forse già da maggio. Per averne la certezza, occorrerà attendere il nuovo decreto, che si vocifera sarà reso pubblico tra il 15 e il 20 aprile.

Certo è che la Puglia non può permettersi di perdere il suo primato nella Wedding Industry. Si deve ripartire, e al più presto. Lo sconfortante dato che si registra ad un anno dall’inizio della pandemia è che 8 nubendi su 10 sono ancora fidanzati, di fronte ad uno Stato che è diventato il loro Don Abbondio.

di Amanda Pirro