La sospensione del vaccino Johnson & Johnson decisa dagli Stati Uniti dopo che si sono verificati alcuni casi di trombosi, in numero comunque minore rispetto ad AstraZeneca, si è abbattuta come l’ennesima tegola sul già zoppicante piano vaccinale dell’Italia, il cui annunciato e auspicato cambio di passo ancora non si vede.

Ieri, dopo la riunione urgente convocata con l’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, il Ministro Speranza è stato chiaro: “Abbiamo tenuto una riunione con l’Aifa e restiamo in collegamento con l’Ema, valuteremo il da farsi nei prossimi giorni con il vaccino Johnson & Johnson, appena avremo notizie più importanti, ma io penso che dovrà essere utilizzato perché è importante”.

Per ora la fornitura è stata sospesa dalla stessa azienda a scopo precauzionale, i nodi potrebbero venire al pettine quando attiverà il via libera alla sua somministrazione; l’Italia sta pensando di riservarlo agli over60, limitandone l’inoculazione a chi ha meno di 60 anni, puntando a una sua distribuzione puntuale e non come successo finora con gli altri vaccini, caratterizzati da tagli e ritardi.

Per il piano vaccinale dell’Italia, il preparato anti covid di Johnson & Johnson, monodose con tutte le semplificazioni che ne derivano in termini di distribuzione, richiamo non necessario, e staccio delle scorte, è vitale.