Il Covid Hospital, costato 19 milioni di euro di soldi pubblici, costruito in fretta e furia e dato dalla Regione Puglia in gestione non alla Asl Bari, come ci si sarebbe aspettato per logica e per gerarchia, ma all’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico, mostra ancora una volta tutte le sue lacune in termini progettuali-organizzativi.

Uno dei temi a lungo dibattuti prima e durante la sua costruzione, nonché a lavori ultimati e persino una volta entrato in funzione, è stato quello del personale. Tutto, in piena emergenza da terza ondata e con il sistema sanitario regionale pericolosamente vicino al collasso.

Dopo gli anestesisti e gli infermieri trasferiti dall’ospedale San Paolo, qualche giorno fa dalla Regione è stata inviata una nota urgente a tutte le Asl, al Riuniti di Foggia e agli Istituti di Ricerca a Carattere Scientifico “De Bellis” e “Giovanni Paolo II”.

Oggetto, la richiesta di immediata di almeno un anestesista rianimatore da dedicare al Covid Hospital, la così detta struttura Maxi-Emergenza per integrare il gruppo di lavoro a supporto dei posti letto covid. Tempo concesso per rispondere alla richiesta, 24 ore.