Una delle emergenze balzate agli altari della cronaca dallo scoppio della pandemia è la carenza di infermieri, sia nelle strutture private che pubbliche. Fra i tentativi messi in atto dalla Regione per cercare di colmare il vuoto, il concorso la cui prima prova è stata superata da circa 4500 candidati.

“Con delibera n°513 del 31 marzo 2021 – scrive il Responsabile Nursind Sanità Pubblica, Francesco Balducci – la ASL Bari ha pubblicato una graduatoria provvisoria mediante la quale le Aziende Sanitarie della regione potranno conferire incarichi a tempo determinato. Leggendo la delibera, non è indicata la durata temporale degli incarichi di lavoro che si intendono conferire”.

Molti infermieri in quella graduatoria, osserva Balducci, sono dipendenti di enti pubblici del nord Italia o di enti privati pugliesi; considerati i tempi necessari per portare a compimento tutti i passaggi previsti dal concorso e l’urgenza di integrare gli infermieri mancati, Nursind chiede che “nella delibera venga specificato che nelle more del completamento della procedura concorsuale l’incarico di lavoro a tempo determinato avrà la durata di 36 mesi”.

“Stanno circolando voci – aggiunge il segretario territoriale Balducci – secondo cui gli infermieri eventualmente assunti da detta graduatoria provvisoria potranno anche essere assegnati temporaneamente alle RSA ed RSSA. Si chiede di smentire con fermezza tali voci che allo stato disincentivano i colleghi ad accettare l’eventuale incarico. Per assicurare il fabbisogno assistenziale nelle strutture private, nelle RSA ed RSSA, la Regione Puglia, così come fatto già da molte altre regioni, può utilizzare l’istituto delle prestazioni aggiuntive su base volontaria, da attuare con criteri di trasparenza”.

Ciò che desta particolare curiosità è l’auspicio della Regione e delle varie Asl, confermato anche da una recente apparizione in video del dg di Taranto, Stefano Rossi. L’incarico a tempo determinato dovrebbe servire per accelerare i tempi “reclutamento” di quegli infermieri assunti a tempo indeterminato in strutture pubbliche fuori regione o in enti privati nostrani in attesa che il concorso regionale si concluda.

Secondo qualche esperto del lavoro, con ufficio dislocato tra via Gentile e lungomare Imperatore Augusto, un infermiere già assunto altrove con contratto a tempo indeterminato dovrebbe lasciare il posto fisso, sempre ammesso che riesca a ottenere un eventuale nulla osta, preferendo 36 mesi senza certezza sul futuro, contando solo sull’ipotetico piazzamento al concorso, e sperando nella necessità da parte della Regione di una graduatoria lunga per colmare il vuoto. Coi tempi che corrono…