Il coronavirus dovrà essere trattato come una comune influenza, questo significa che sarà necessario il richiamo del vaccino con una terza dose. In merito a questo le autorità sanitarie degli Stati Uniti stanno già lavorando alla pianificazione delle potenziali dosi successive entro un anno dall’ultima somministrazione.

David Kessler, chief science officer della task force per l’emergenza Covid-19 dell’amministrazione Biden, nel corso della riunione della House Select Subcomm Committee, ha sottolineato che gli anticorpi dopo la seconda dose di un vaccino mRna persistono per un po’ di tempo, ma è necessario fare un richiamo del vaccino, come si effettua per gli antinfluenzali per prolungare la protezione.

Albert Bourla, secondo ceo di Pfizer, ha indicato che probabilmente ci sarà bisogno di una terza dose tra i 6 e i 12 mesi dalla seconda somministrazione e che c’è la possibilità di un richiamo annuale contro il virus. Anche Moderna sta lavorando a una terza dose e il ceo Stephan Bancel ha annunciato che la dose extra potrà essere disponibile già in autunno.

L’obiettivo è quello di creare una protezione anche contro le varianti e per prevenire le forme asintomatiche di Covid 19. Probabilmente questi nuovi sieri, come avviene anche per i vaccini antinfluenzali, non avranno bisogno di lunghi studi clinici prima di essere approvati.