La gestione dell’emergenza coronavirus in Puglia, già a partire dalla prima ondata, finisce sul banco degli imputati, o meglio, ci finiscono il presedente della Regione, ex assessore alla Sanità, Michele Emiliano, e il suo successore Pier Luigi Lopalco, chiamato dal presidente in qualità di epidemiologo esperto quando ancora la pandemia era, tra virgolette, relegata nel centro-nord del Paese.

Ad accusare i due, non sono semplici cittadini, le cui lamentele dilagano sui social da mesi, bensì proprio quelli catapultati in prima linea a fronteggiare l’emergenza, i medici, per voce dei sindacati ANAAO-ASSOMED, AAROI-EMAC, FPCGIL MEDICI, FASSID, FED CISL
Medici Veterinari Dirigenti sanitari, CIMO-FESMED, Uil Fpl medici, FVM.

I rappresentanti dei lavoratori, ripercorrendo quanto successo già dalla prima ondata, ricordano il contact tracing saltato, le accuse di “tamponite” arrivate da Lopalco a quanti chiedevano di farne di più, di piano ospedaliero redatto e abbandonato per ben due volte, ma soprattutto parlano apertamente di stagione estiva da salvare e di elezioni regionali che hanno portato Lopalco a essere eletto e nominato assessore.

Non dimenticano il Covid hospital in Fiera, costato il doppio del previsto, e realizzato senza tenere conto della mancanza di personale per farlo funzionare; l’elenco di criticità è lunghissimo, fino alla figuraccia planetaria per la campagna vaccinale finita sulle pagine del Financial Times, tanto da spingere i sindacati a chiedere l’invio degli ispettori negli ospedali: “Non è una aprioristica mancanza di fiducia nelle istituzioni Regionali – scrivono – ma la constatazione di un fallimento”.

La mozione dei sindacati al Ministro arrivano quando ancora risuona la dichiarazione di Lopalco in Consiglio regionale: “Grazie ad un intervento tempestivo della Regione, siamo riusciti a chiudere alcune attività ed evitare un’ondata pandemica che sarebbe stata disastrosa”. Qui di seguito il testo integrale della lettera inviata a Speranza.

La pandemia da SARS Cov 2 sta travolgendo non solo la popolazione pugliese ma
anche e soprattutto la macchina organizzativa dell’Assessorato alla Salute e del
Dipartimento Salute della Regione Puglia evidenziando, in maniera netta, la scarsa
considerazione dell’evoluzione pandemica dal marzo scorso e l’assente progettualità
sulle strutture da dedicare alla nuova ondata e, soprattutto, sul personale sanitario da
reclutare per la gestione emergenziale.

Già nella prima fase del marzo-aprile 2020 sia il Presidente-Assessore alla Salute che
l’esperto Professore di Igiene, arruolato per la gestione della pandemia, pur con i
numeri scarsi dei contagiati in Puglia, hanno redatto per ben due volte un “Piano
Ospedaliero Coronavirus”, piani non applicati e smentiti dagli stessi; del resto, il
contact tracing è saltato perché il Professore ha ritenuto non fosse necessario eseguire
tamponi a tappeto come in altre Regioni (‘“… siete malati di tamponite”) e, ancora oggi,
il numero dei tamponi eseguiti in Puglia è un terzo di quello della Regione Toscana
che ha meno degli abitanti della Puglia.

Ad agosto, è stato pubblicato un nuovo Piano Ospedaliero Coronavirus anch’esso subito dimenticato, perché dovevamo salvare la stagione turistica e, soprattutto, tenere le elezioni regionali che hanno promosso il Professore ad Assessore alla Salute con le dichiarazioni del Presidente ‘finalmente avremo un assessore alla Salute, sic!” dimenticando, però, di attivare e rendere operative le USCA, per 2 mesi non attive e solo recentissimamente riattivate a pieno orario, e di prevedere la risposta idonea alla nuova ondata epidemica.

È stato, quindi, progettato e realizzato l’Ospedale per le Maxi Emergenze nei padiglioni della Fiera del Levante, costato più del doppio di quanto previsto, progetto posto sotto osservazione dalla Guardia di Finanza e dalla Corte di Conti, con 152 posti letto di terapia intensiva in assenza di disponibilità di specifico ulteriore personale specialistico medico (anestesisti rianimatori) dedicato per garantire i livelli minimi assistenziali, né può essere la soluzione quella di inviare in Fiera Dirigenti Medici di altre discipline con conseguente illegittimità sul piano assistenziale e anche sul piano contrattuale, esponendo gli stessi ad una sfilza certa di contenziosi medico-legali ad opera di spregiudicati studi legali come, ahimè, già visto in occasione della fine della prima fase pandemica.

Il dramma continua e si espande:
– positività del tamponi di circa il 13% a fronte di una media nazionale del 5-6%;
– occupazione dei posti letto di ambito medico (54%) e di terapia intensiva (46%)
per pazienti COVID superiore alla soglia di allarme;
– 22 nuovi ingressi in terapia intensiva nella giornata di ieri, numero più alto in
Italia;
– permanenza di ore delle ambulanze del 118 per sbarellare i pazienti in molti
Ospedali;

– mortalità e letalità superiore ad altre Regioni con la mortalità totale, nell’ultima
settimana, a Bari di 124 osservati rispetto ai 50 attesi con eccesso, statisticamente significativo, nel periodo 1-15 marzo dell’85% a fronte di percentuali decisamente più bassi per le altre Regioni;

– confusione totale sulla gestione della vaccinazione anti SARS Cov 2 con
valutazione negativa portata ad esempio di inefficienza anche a livello
internazionale.

– Non è neppure chiaro il pieno rispetto delle disposizioni di sicurezza per tutti gli
operatori sanitari previste dal D.Lvo 81/08 in ambito della struttura Covid in
Fiera del Levante così come di altre strutture sanitarie adibite od “arruolate”
nell’ambito del territorio regionale nel trattamento di pazienti covid.

Per tutto quanto sopra esposto si chiede all’onorevole Ministro Speranza, nell’ambito
dei suoi poteri di ispezione e controllo, di voler urgentemente disporre, anche per il
tramite del locale nucleo operativo dei NAS, tutte le opportune verifiche di conformità
alle vigenti normative in materia di livelli essenziali di assistenza (LEA), livelli
essenziali di organizzazione (LEO) e di tutela della salute e della sicurezza nelle
strutture ospedaliere e para-ospedaliere in cui ci si prende cura di pazienti affetti da
SarsCov2 nel territorio della Puglia ed in particolare della città metropolitana di Bari.
Non è una aprioristica mancanza di fiducia nelle istituzioni Regionali, ma la
constatazione, in relazione ad acclarati dati di fatto, di un fallimento.

La Gente di Puglia merita rispetto, così come tutti gli Operatori Sanitari pugliesi che
da un anno sono in prima linea “senza se e senza ma” e, soprattutto, meritano rispetto
i nostri malati e 1 nostri morti.