“Le strutture sanitarie nella prima fase hanno eseguito in via prioritaria la vaccinazione e quindi non è stato necessario utilizzare le liste di riserva o di andare in overbooking, per il semplice fatto che in ospedale, se non si fossero presentati, magari una o due persone necessarie per completare la fiala che era da sei o sette dosi, sarebbe stato facile reperire altri operatori sanitari che ancora non erano stati vaccinati. Questo fenomeno, soprattutto nell’ambiente ospedaliero, non è stato un fenomeno rilevante. Invece, nel momento in cui sono stati aperti degli hub negli ambulatori territoriali, è possibile che si verificassero delle situazioni di questo genere”.

L’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, è intervenuto in Consiglio regionale per rispondere ad una interrogazione del consigliere della Lega, Davide Bellomo, e fare chiarezza sulle dosi del vaccino in avanzo.

“Fino ad oggi non ci è stato richiesto dai NOA aziendali di mettere in atto delle procedure regionali per ovviare a questo problema, in quanto hanno cercato volta per volta, nell’eventualità si fosse presentato, di ovviare al problema semplicemente con l’overbooking, gestito dagli ambulatori, cioè invitando alla vaccinazione qualche persona in più sapendo che qualcuno non si sarebbe presentato e poi, nel caso in cui ci fossero state una o due dosi avanzate, avrebbero chiamato, magari dalle liste dei prenotati del giorno dopo o degli appuntamenti successivi, quelli che avevano diritto – spiega -. Quindi, in qualche maniera c’è stata una organizzazione autonoma da parte delle strutture vaccinali su come gestire le cosiddette dosi residue”.

“Questo problema in qualche maniera si presenterà, invece, in una fase successiva, o potrebbe presentarsi in una fase successiva, quando dovranno essere attivati gli hub per la vaccinazione di massa – continua Lopalco -. In questo caso, noi abbiamo anche recepito le ultimissime comunicazioni del generale Figliuolo, ora responsabile della struttura commissariale per la vaccinazione, a cui ha fatto seguito una recentissima circolare del Ministero della salute, che ci è stata recapitata la scorsa settimana, che faceva chiarezza su alcune indicazioni che erano state date a mezzo stampa dal generale Figliuolo. Il generale ha detto: ‘Se avanzano delle dosi, il primo che passa per la strada lo chiamiamo e lo vacciniamo’. Quella, ovviamente, era una battuta, che stava a significare che in questo momento non dobbiamo perdere tempo e che, soprattutto, non possiamo permetterci il lusso di buttar via delle dosi di vaccino”.

“Ovviamente, quella esternazione ha generato delle discussioni, il Ministero è intervenuto per chiarirla. Il chiarimento consiste nel fatto che, qualora ci fossero dei residui e qualora in quella seduta non fossero presenti delle persone che possono essere vaccinate, allora si deve fare riferimento a delle liste di riserva, che però devono sempre seguire l’andamento delle priorità – afferma -. Cioè, se nel momento “x” della campagna vaccinale stiamo vaccinano dai settanta ai settantanove anni, nelle liste di riserva dobbiamo includere soggetti dai settanta ai settantanove anni. Cioè, il principio resta sempre quello che, in un certo momento della campagna vaccinale, deve essere sempre vaccinato un soggetto appartenente alla categoria”.

“Il resto delle vaccinazioni sarà, invece, gestito dai medici di medicina generale che non avranno questo problema, nel senso che loro hanno liste autonome e, sulla base di queste, riceveranno le dosi precise di vaccino – conclude Lopalco -. Per cui, nella campagna di vaccinazione affidata ai medici di medicina generale, che sono gli ultra ottantenni da vaccinare a domicilio e il gruppo dei cosiddetti ultra-fragili, dei fragili e dei caregiver di queste categorie, quindi queste categorie il problema delle liste e dei sostituti non si pone”.