La scuola e il coronavirus, un eterno dualismo che ha fatto da padrone durante tutta la pandemia. Le ordinanze della Regione Puglia, ad esempio, qui da noi hanno creato tante polemiche, il governatore Michele Emiliano e l’assessore alla Sanità, Pier Luigi Lopalco, hanno sempre sostenuto la pericolosità della didattica in presenza.

Una presa di posizione che per molti mesi è stata criticata dal Governo e dall’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Chi ha ragione? La Regione Puglia ha più volte presentato dei dati per sostenere la validità delle sue ordinanze, ma uno studio, condotto da una squadra di medici, biologi e statistici, sembra contraddire Emiliano e Lopalco.

L’analisi è stata eseguita analizzando i dati del Miur e incrociandoli con quelli della Protezione Civile, coprendo un campione pari al 97% delle scuole italiane, tra studenti e insegnanti.

Il dato parla chiaro: l’impennata dei casi registrato tra ottobre e novembre non è assolutamente riconducibile all’apertura delle scuole, infatti il tasso di positività dei ragazzi rispetto al numero di tamponi eseguito è inferiore all’1%. In più i focolai scoppiati in classe sono stati molto rari.

“Il rischio zero non esiste ma sulla base dei dati raccolti possiamo affermare che la scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto alle possibilità di contagi”, afferma Sara Gandini dello Ieo di Milano.