Dosi in cambio di denaro e familiari inseriti tra i collaboratori degli studi medici per assicurarsi la somministrazione vaccinale. I controlli effettuati dai Nas dei Carabinieri e dagli ispettori del Nirs ha provocato un aumento delle segnalazioni in merito all’abuso sulle somministrazioni del vaccino.

Tra le tante segnalazioni salta all’occhio un laboratorio della provincia che avrebbe lucrato sul vaccino vendendo dosi in cambio di soldi. Al momento non c’è nulla di certo, ma da un controllo degli elenchi da parte delle autorità competenti si potrebbe risalire a situazioni fuori controllo.

Un altro caso riguarda studi medici, informatori scientifici, associazioni di volontariato e altro personale che opera in collaborazione con gli ospedali. In mancanza di un albo ufficiale, i Dipartimenti di prevenzione hanno chiesto direttamente agli studi o alle aziende gli elenchi del personale. Il sospetto è che molti abbiano aggiunto anche i nomi dei familiari che non lavorano all’interno del settore medico e che abbiano avuto il vaccino senza averne diritto.

Intanto in Puglia non si placano le polemiche sul personale sanitario che si è ancora sottoposto alla vaccinazione. Sul caso è intervenuto anche l’assessore alla Salute della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, che ha definito il rifiuto come “non corretto e non deontologico per medici e infermieri”.

“Queste persone – sottolinea Lopalco – dovrebbero iscriversi di nuovo all’università perché non hanno ben compreso il rapporto tra rischi e benefici della vaccinazione. Significa che mancano i concetti basilari della scienza medica”.