Data la gravissima situazione esistente presso il nostro Pronto Soccorso con completa saturazione di posti letto si rende necessario uno stop agli accessi delle ambulanze del 118 per almeno 48 ore. Credo che sia necessario, data la gravissima situazione, che i pazienti covid, come successo nella prima ondata, vadano trasportati anche negli ospedali No-Covid munita di area grigia.

Questa è solo la parte saliente della comunicazione inviata ieri mattina alla Centrale Operativa del 118 da parte del dirigente medico del Pronto Soccorso del San Paolo, Guido Quaranta. Nonostante questo nella giornata di ieri sono state immortalate quattro ambulanze in attesa fuori dall’ospedale del quartiere omonimo.

In merito alla comunicazione è intervenuto il Responsabile Provinciale Nursind Sanità Pubblica, Francesco Balducci. “Le motivazioni addotte – scrive – sono certamente fondate e descrivono chiaramente un quadro che riguarda anche altri ospedali, in cui la situazione è ormai critica a causa dell’elevato numero di casi COVID-19, ma quello che stupisce è che l’iniziativa venga lasciata ai singoli pronto soccorso, senza che vi sia una regia unica territoriale capace di una visione d’insieme e di gestire l’emergenza in maniera sistematica”.

“Le immagini delle ambulanze costrette a sostare ore prima che il paziente trasportato venga preso in carico dal pronto soccorso – continua Balducci -, sono sotto gli occhi di tutti; i disagi patiti dagli utenti e dallo stesso personale sono facilmente immaginabili date le basse temperature degli ultimi giorni”.

“Per non parlare dei tempi di sanificazione che, ci viene riferito, possono durare ore ed ore per i pronto soccorso di alcuni ospedali e meno di 1 ora per altri; del tempo necessario alle ambulanze per raggiungere le postazioni di sanificazione dopo gl’interventi, che si traducono ovviamente in tempi morti in cui il mezzo è indisponibile per le chiamate.
Cosa è stato fatto per risolvere questi problemi, che la scrivente aveva evidenziato già mesi fa?” si domanda il responsabile di Nursind.

“Allo stato attuale è chiaro che a farne le spese, oltre ai cittadini, sono gli equipaggi del 118 e dei pronto soccorso che rappresentano il front office del servizio sanitario e per i quali, oltre al rischio di aggressione da parte dei cittadini che si aspettano risposte – sottolinea -, si palesano anche rischi di responsabilità giuridica, davanti ai quali non possono essere lasciati soli”.

“Lo stato d’eccezione si poteva capire all’inizio della pandemia, ma adesso, a distanza di un anno, non è più ammissibile che continuino le inefficienze del management: che senso ha attribuire un codice di triage ad una chiamata se poi, prima di sbarellare il paziente al pronto soccorso, in qualche caso possono passare ore? Chi tutelerà gli operatori del 118 e dei pronto soccorso dalle ire degli utenti e dalle richieste di risarcimento che potrebbero arrivare?” conclude Francesco Balducci.