La disperazione dei ristoratori non accenna a placarsi e avanza tra percorsi che non trovano ancora soluzioni. Gli enti preposti a dimostrare di aver compreso la drammaticità di una categoria in ginocchio da oltre un anno non danno segno di avere cognizione di ciò che sta accadendo nelle vite di questi imprenditori: “Avremmo sui nostri conti correnti le risorse economiche promesse da questo e dal precedente esecutivo indispensabili per non fallire” sbotta Beppe Schino, presidente del consorzio La Puglia è Servita.

“Molti pensano che i ripetuti stop&go siano stati favorevoli, non è corretto – continua – perché abbiamo sostenuto costi per adeguare le nostre attività ai dispositivi di distanziamento e non solo, ordinati dai Dpcm che al pari di ciò che abbiamo guadagnato non ci siamo ripagati dell’investimento fatto. E non sono soltanto i costi di adeguamento a pesare sul groppone, ma si sommano altre incombenze: la tassa rifiuti che il Comune richiede per tutto l’anno ignorando i periodi (troppi) di chiusura, i costi di locazione che potrebbero essere trasformati in credito d’imposta per alleggerire il peso economico delle imprese”.

“Cosa impedisce di differenziare tra aziende della filiera che hanno subìto un calo di fatturato e aziende chiuse che non hanno prodotto fatturato incluse nel Piano ristori? Denunciamo ritardi non più sopportabili di Poste Italiane relativi all’evasione di richieste di rimborso per i così detti Ristori Filiere Ristorazione. Durante un recente incontro con l’assessore regionale alle Politiche agricole, Donato Pentassuglia, abbiamo chiesto di istituire un bonus prodotti IGP Puglia che consiste in uno sconto immediato in fattura del 50% per l’acquisto di tali prodotti, riconoscendo ai produttori un credito d’imposta di pari entità al fine di far ripartire tutta la filiera”.

Desta molta preoccupazione un fenomeno che nell’ultimo periodo si sta facendo strada nelle realtà imprenditoriali. Si tratta dell’interesse della malavita a fornire liquidità a scopo di usura (6,5% in più rispetto al periodo pre/Covid, fonte Osservatorio Antiusura San Nicola) ammantata dall’aura della solidarietà, oppure l’acquisizione di rilevanti quote societarie delle aziende in difficoltà. “Siamo molto angosciati per il futuro di un settore che marcia ahimè verso un epilogo doloroso e inaspettato. Il rischio grande – conclude Schino – è che un settore che dà lustro alla nostra terra e che ha contribuito significativamente al rilancio della principale industria pugliese, il turismo, venga snaturato e compromesso definitivamente”.