“Adesso non ci sto più, mi sono rotto le scatole di non poter lavorare, ho fatto il cittadino modello, i miei colleghi mercatali ed io abbiamo rispettato le regole che ci avete imposto, ci avete detto che non possiamo aprire i nostri banchi perché il mercato crea assembramenti, tanti dei nostri articoli non fanno parte dei beni essenziali”. Marco Colella è un venditore ambulante e non ne può più.

Un anno di pandemia lo ha stremato, come molti suoi colleghi, come molti piccoli esercenti, come tanti che vivono a fatica solo grazie ai frutti del proprio lavoro, è sfibrato dalla situazione, dall’incertezza, da una politica incapace nell’affrontare di petto e con coraggio il coronavirus, dal Governo centrale in giù.

“Il virus c’è, esiste e noi siamo stati pronti a fare la nostra parte per il bene di tutti – scrive Marco –, stiamo facendo i sacrifici, ma ad una condizione, che non siano vani. Ieri altri 1709 contagi su 10919 tamponi, questo significa che i contagi non si sviluppano solo nei mercati, nei bar, nei ristoranti.

Poi ci si trova ad affrontare la vita quotidiana, il piatto in tavola, le bollette e altre spese che servono per il sostentamento della famiglia. Le giornate passano e i contagi non diminuiscono, c’è qualcosa che non torna. Gli aiuti per le nostre chiusure non sono arrivati, la Regione non ha soldi, il Governo non ha soldi, tanto che per diminuire la platea per i ristori detta le sue condizioni, tanti di noi non rientrano.

Oggi 25 marzo siamo in zona rossa e lo saremo fino al 6 aprile, intanto mentre noi siamo impossibilitati a poter lavorare, i nostri articoli di beni non necessari vengono venduti sulle varie piattaforme e in negozi non italiani, facendo disabituare i nostri clienti dal fare acquisti nei mercati. Nel frattempo la gente è in giro per la città facendo sì che la curva dei contagi non scenda, che la zona rossa non finisca, che la mia attività non possa riaprire.

Il 16 maggio ci toccherà versare l’Inps e altre imposte, anche se non stiamo lavorando non potremo avere la possibilità di dirvi non abbiamo soldi per pagarvi. La zona rossa finirà il 6 aprile, il 7 – conclude – in qualsiasi colore io andrò ad aprire”.