“L’emergenza pandemica è entrata nel vivo della terza fase e l’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, individuato come presidio CoVid-19, a tutt’oggi non ha ancora provveduto a reclutare ulteriore personale sanitario e di supporto a fronte dell’incremento delle attività, fronteggiando invece le varie necessità, per il tramite di disposizioni di servizio che vanno a depotenziare sistematicamente alcune Unità Operative”. A scriverlo è il segretario territoriale Fials, Domenico Losacco.

Il sindacato, dunque, denuncia il mancato reclutamento di personale, necessario a fronteggiare l’emergenza del coronavirus, entrata nel vivo della terza ondata. Il Miulli, secondo quanto scrive Losacco ai vertici dell’Ente Ecclesiastico, persevera nel consentire carichi di lavoro sproporzionati nei confronti degli operatori sanitari, provati da un anno molto difficile. A tutto ciò si aggiunge il totale disinteresse degli organi regionali nel riconoscere benefit economici nei confronti dei dipendenti del Miulli, che non si sono mai sottratti ai loro doveri.

Per la Fials “la situazione non è più sostenibile – tuona il segretario territoriale – mentre le aziende sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale, comprese quelle no-CoVid, hanno provveduto a reclutare personale ad hoc, proprio per potenziare le dotazioni organiche messe a dura prova dall’emergenza pandemica, il Miulli, invece, sottopone quotidianamente i propri dipendenti a forti stress psico-fisici, con sproporzionati incrementi dei carichi di lavoro che non sono più tollerabili”.

“I lavoratori del Miulli meritano rispetto professionale ed umano, rispetto che sta venendo meno”. Per questo il sindacato sollecita “l’assunzione urgente di personale sanitario e di supporto al fine di fronteggiare al meglio l’emergenza CoVid-19 e di garantire un’equa ripartizione dei carichi di lavoro – conclude Losacco – perché la guerra che stiamo combattendo non si può vincere senza soldati”.