“Di coronavirus si muore, e spesso si muore in solitudine, noi stessi per primi quando andiamo a prenderli non li vediamo, sono già chiusi nel sacco, prepariamo i documenti e li portiamo al cimitero”. A raccontare lo strazio di chi perde i propri cari da quando è scoppiata la pandemia, è Michele, titolare di un’agenzia funebre.

“Se si riesce a dare una benedizione è bene, povera gente. Prima si organizzavano, i familiari andavano a vedere i loro cari, ora non c’è proprio la possibilità. Tante volte ci chiedono una fotografia – che non si potrebbe fare – in via del tutto eccezionale lo abbiamo fatto”. Un gesto umanitario, per chi si aggrappa a un ricordo, o anche solo per avere la certezza che il defunto è proprio il caro congiunto.

Si può essere in disaccordo su tutto, si può discutere di vaccini, di piano vaccinale, di categorie prioritarie, di ristori e di economia, col Paese praticamente ridotto sul lastrico, ma il covid uccide, in silenzio e in solitudine, lasciando un dolore senza nemmeno il conforto dell’ultimo saluto.