Mezza Italia resta in zona rossa quanto meno fino al 12 aprile; è questo lo scenario che si è andato via via delineando in attesa del nuovo monitoraggio di domani, con i dati aggiornati dell’ultima settimana. Parliamo di sette regioni e una Provincia Autonoma, ovvero Val D’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Piemonte, Provincia di Trento, Marche, Lombardia e Puglia. In attesa di scoprire il suo destino c’è il Veneto, per cui c’è la possibilità di un allentamento in caso di passaggio in zona arancione già da dopo Pasquetta, cosa praticamente già certa per il Lazio da lunedì 29.

IL “CASO” PUGLIA
In attesa dei nuovi dati, nella Regione guidata da Michele Emiliano tiene banco da una settimana l’ipotesi di rafforzare le misure restrittive, già notevoli data la zona rossa. Il disastro degli ospedali pieni con la contemporanea terza ondata che non dà tregua, è sotto gli occhi di tutta la Nazione, non passa giorno senza che una troupe televisiva vada a documentare l’assedio di ambulanze davanti agli ospedali.

Emblematico l’ospedale in Fiera, costruito a suon di milioni senza tenere conto della mancanza di medici per farlo funzionare e senza aver di fatto aggiunto posti letto, come sostengono i sindacati, posti che la Regione sta ora pagando alle cliniche private. A Roma si sono accorti che i conti non tornano e vogliono vederci chiaro.

L’ipotesi di Emiliano, Lopalco&co. parla di negozi chiusi alle 18 e serrande abbassate di tutte le attività commerciali per la domenica delle Palme e nei giorni di Pasqua. Se ne dovrebbe sapere di più nelle prossime ore, così almeno si dice da una settimana.

I CAMBI COLORE
A dettare “legge” è il numero di nuovi casi settimanali per 100mila abitanti, visto che l’indice Rt è in leggero abbassamento un po’ ovunque. Come è noto, quando l’incidenza supera i 250 contagi per 100mila abitanti, scattano le restrizioni più severe per due settimane. La settimana oggetto del nuovo monitoraggio va dal 19 marzo sino a oggi, da qui lo scenario di cui sopra.

Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Piemonte hanno infatti superato quota 250 casi per 100mila abitanti, seguita a stretto giro da Trento, Marche, Val d’Aosta, Lombardia e Puglia. Il Veneto è in bilico, tutto dipende dai dati di oggi, dovesse restare sotto il tetto fissato dal Governo, e se e anche la prossima settimana i dati saranno da scenario arancione, dopo Pasqua potrà cambiare fascia. Il Lazio fa storia a parte; l’indice Rt è infatti a quota 1, distante da quel 1,25 della zona rossa, e con l’incidenza lontana da 250 casi settimanali per 100mila abitanti potrà respirare aria di “libertà”.

LA SARDEGNA
Capitolo a parte anche per la Sardegna, il presidente Solinas ha infatti prorogato fino al 6 aprile l’obbligo di sottoporsi al tampone per chi arriva sull’isola, eccezione per chi arriva col certificato vaccinale dopo aver completato il ciclo. Isolamento fiduciario di 10 giorni per chi rifiuta il test. Obbligatorio dimostrare di essere negativi, col tampone molecolare o l’antigenico entro le 48 precedenti al viaggio, oppure nelle postazioni attrezzate in porti e aeroporti, test da ripetere 5 giorni dopo il primo esame.

DEROGA AGLI SPOSTAMENTI PER PASQUA
Sulla scia di quanto già fatto per Natale, nei giorni a cavallo di Pasqua dal 3 al 5 aprile
è permesso raggiungere, all’interno della propria regione, una sola abitazione di parenti o amici, una sola volta al giorno, massimo in due e accompagnati da figli minori di 14 anni dalle 5 del mattino alle 22 della sera. Allo stesso modo per una sola persona è possibile raggiungere chi non è autosufficienti o ha bisogno di aiuto e assistenza, nel caso di soggetti che non abbiano altri a prendersene cura.