“Il lockdown è solo una delle ipotesi, ma francamente non so se sarà quella definitiva”. Lo sottolinea il ministro della Salute, Roberto Speranza. In questi giorni a causa dei contagi in risalita si è parlato di una probabile chiusura di tutta l’Italia che da molti non è ben gradita. La seconda opzione, stando a quanto appreso quella più probabile, sarà una chiusura mirata durante la settimana di Pasqua, nei giorni festivi e prefestivi, copiando il modello seguito a Natale 2020.

Nel nuovo dpcm ci saranno di certo misure più stringenti come l’ingresso in automatico nella zona rossa per le regioni che superano i 250 casi per 100mila abitanti. Se così fosse rischiano di essere blindati dai 28 ai 30 milioni di italiani, nove regione e due province autonome.

Ieri il presidente del consiglio Draghi ha rimandato di 48 ore la decisione sulle nuove misure che non entreranno in vigore prima della settimana prossima. Draghi vuole valutare le proposte del Cts alla luce dei contagi. L’obiettivo del Governo è di non arrivare a un lockdown generalizzato, ma di insistere con le chiusure localizzate.

Il governatore Pugliese, Michele Emiliano, insieme a quello della Campania, Vincenzo De Luca, ha deciso di correre ai ripari emanando una nuova ordinanza. Le due regioni sono in crisi a causa dell’aumento dei contagi. Michele Emiliano vieta lo stazionamento nei luoghi pubblici, l’asporto di bevande dopo le 18 nei giorni festivi e prefestivi (a Bari tutti i giorni) e chiude le scuole nelle province di Taranto e Bari dove il sindaco Antonio De Caro anticipa pure la serrata di negozi e centri commerciali alle 19.

Nelle zone rosse potrebbero esserci nuove strette sui movimenti delle persone così come avvenuto durante il primo lockdown, ad esempio chiudendo parchi, ville, giardini e limitando l’attività motoria e sportiva nei pressi della propria abitazione per evitare che, chiusi negozi, bar e ristoranti la gente si riversi nei luoghi di ritrovo dando vita a pericolosi assembramenti. Un’altra stretta è legata alla chiusura delle scuole superiori. Tra le proposte c’è anche l’ipotesi di anticipare il coprifuoco alle 20.