Il caos scoppiato ieri pomeriggio nel mondo della scuola continua ancora oggi a far discutere. In nottata è arrivata la nuova ordinanza di Emiliano, che ha prorogato fino al 14 marzo la didattica digitale integrata per tutte le scuole, dopo la decisione del Tar di Bari di sospendere quella precedente, dopo il ricorso presentato da alcuni genitori.

Questa mattina genitori, presidi e insegnanti hanno manifestato il proprio disappunto per la gestione del caso. Ma cosa ha spinto la Regione a confermare l’ordinanza e a vietare la didattica in distanza? La risposta è nella relazione che il governatore Emiliano ha allegato all’ordinanza.

“In Puglia la curva epidemica è caratterizzata da una generale riduzione dell’andamento dei contagi nelle ultime settimane, dopo una ripresa dell’incidenza successiva alle festività natalizie ma dalla metà del mese di gennaio, con la ripresa delle lezioni in presenza nelle scuole elementari e medie, si osserva un incremento dei nuovi casi nelle fasce di età 3-5 anni, 6-10 e 11-13 anni. Ma non in quella 14-18 anni – si legge -. Nella settimana dall’8 al 13 febbraio, ultima monitorata dalla task force anti Covid in Puglia, 464 studenti sono risultati positivi al Covid, 154 i docenti che si sono ammalati e 54 i nuovi positivi tra il personale ATA. Per un totale di 672 casi nelle scuole pugliesi. Numeri che hanno generato la necessità da parte delle ASL di disporre complessivamente 6444 quarantene per chiudere le catene dei contagi”.

“L’andamento appare in crescita nelle scuole dell’infanzia, stabile negli altri gradi di istruzione e in riduzione nelle secondarie superiori, dove però il tasso di frequenza in presenza è rimasto inferiore al 20% – continua -. Il tasso di contagio nella popolazione studentesca considerata globalmente è pari a 189 per 100.000, superiore a quello registrato nella popolazione generale nello stesso periodo in regione, pari a 148 per 100.000. Sono stati adottati complessivamente 6.444 provvedimenti di quarantena, di cui l’83% nei confronti degli studenti, in incremento rispetto alla settimana precedente di 3.113 unità”.

“Esporre a rischio di contagio (per garantire la didattica in presenza, ndr) insegnanti e personale scolastico avendo già disponibile un vaccino che potrebbe azzerare ogni complicanza anche con possibili esiti mortali in caso di contagio, senza prescrivere l’utilizzo di modalità didattiche a distanza che ridurrebbero enormemente tali rischi, corrisponderebbe ad una violazione di misure di sicurezza sul lavoro disponibili in scienza e coscienza, determinando gravi responsabilità in capo ad ogni soggetto pubblico che ha il dovere e il potere di adottare misure capaci di impedire l’evento dannoso o la morte del lavoratore”, conclude Emiliano.