Gli “eroi” del 118 trattati nel modo più balordo che si possa immaginare. Lavorare anche oltre 250 ore al mese, ma ricevere in busta paga 14,80 euro l’ora, ovvero la retribuzione uguale per tutti, considerando solo le 164 ore del cosiddetto debito base. A causa della cronica carenza di medici a bordo di ambulanze e automediche, per di più gravati dalle difficoltà del periodo, i camici bianchi del servizio di emergenza-urgenza Asl di Bari si sentono offesi.

Altro che bonus e riconoscimenti. Un altro sonoro schiaffone. “Ci chiediamo come si possa concepire un oltraggio più abietto e vergognoso – tuona Francesco Papappicco, medico del 118 e sindacalista -. Ci sentiamo traditi nonostante l’oltraggio sia ammantato di legalità e appulcrato di legittimità”.

Ufficialmente, infatti, per determinazione aziendale a firma dei dirigenti AGRU, non è stato conteggiato nello stipendio il monte ore di gennaio effettivamente espletato dai medici. Per questo motivo sono state liquidate solo le 164 ore del debito base. Netto orario in busta 14,80 euro. A volerla raccontare tutta la vicenda, pare che “l’offesa” sia dovuta alla prolungata assenza degli unici due amministrativi deputati al conteggio degli stipendi dei medici del 118 che fanno capo alla Asl Bari. Assurdo, ma vero.

Non mettiamo in discussione le legittime ragioni personali che hanno indotto i due impiegati ad assentarsi, ma una Asl così grande e fiera non può certamente non avere sostituti abilitati. Sempre secondo le informazioni che siamo riusciti a raccogliere, pare che la Asl stia provvedendo a istruire e formare, solo adesso, altro personale addetto al conteggio e quindi al pagamento del monte ore effettivamente lavorato dai medici del 118 Barese.

“Restiamo basiti – continua Papappicco -. Perché non è stata prevista una congrua e sollecita soluzione o per quale ragione non sono stati informati per tempo i sindacati?”. Si sarebbe potuto prevedere, ad esempio, a dare mandato a consulenti esterni, pratica molto diffusa nelle Asl. “In fondo si tratta di un semplice programmino, che in due minuti computa la retribuzione in funzione di un algoritmo preimpostato”, spiega Papappicco.

“A chi ha sbandierato il vessillo della dignità dei medici – afferma Papappicco, parlando dell’assessore regionale Lopalco – a chi non ha provveduto per tempo ad affiancare e istruire altro personale amministrativo, in particolare ai dirigenti AGRU e Asl, chiedo se i loro stipendi abbiano subito la stessa sorte beffarda”. A peggiorare se possibile lo scenario, ci sono le nostre difficoltà operative affrontate quotidianamente dai medici del 118.

“Se ad esempio ti trovi al cospetto di un paziente con il fondato sospetto di emorragia cerebrale – racconta Papappicco – corri per chilometri a sirene spiegate e ti ritrovi bloccato 5 ore al policlinico per una tac (che conferma il sospetto) in attesa di sbarellare il malcapitato e ritornare operativo sul territorio”. La litania del disagio è lunghissima. “Come non smadonnare quando, per fortuna non per competenza, fai diagnosi di ‘stupor midriatico post-traumatico’ e ti ritrovi al cospetto di uno che ti dice: perché me lo porti in oculistica e non ti sei fermato in pronto soccorso?”.

E ancora. “Come non pensare a tutti questi dotti che fanno polvere del nostro lavoro, applicandosi solo a far di tutto per metterci il bastone tra le ruote o redigere delibere, queste sì prive di dignità e rispetto?”. Il racconto problematico dei soccorsi ai tempi del covid è impietoso. “Se chiami la centrale operativa per un codice rosso – incalza Papappicco – puoi rimanere attaccato al telefono in eterno. Nessuno ti risponderà. Un ictus, soprattutto emorragico come quello di quel paziente, non aspetta. È tutto documentato, non temano di smentirmi. Come fai ad allertare il pronto soccorso, o soprattutto dove lo centralizzi un paziente se non sai dove c’è disponibilità, o come ti muovi se sei in automedica senza ambulanza e la gente ti vuole scorticare vivo? Nessun operatore preposto alla sola movimentazione mezzi e che ti sia di immediato supporto per comunicazioni urgenti”.

Il danno e la beffa: “Dalla centrale ti dicono se non rispondiamo è perché siamo pochi ed esauriti. Rispondere a centinaia di chiamate è compito arduo. Dottore faccia una relazione. Già, come se cambiasse qualcosa. Sono secoli che faccio relazioni e non cambia assolutamente niente. Guerra tra poveri. Vaglielo a spiegare alla gente”. E poi senti l’assessore Lopalco che pontifica su dignità e licenziamenti per chi ha deciso di non vaccinarsi.

“Ha per caso idea di chi si dovrebbe licenziare per ciò che ho descritto?”, si chiede Papappicco: “Certo, magari il sottoscritto per tagliare la testa al toro. D’altronde qui tutto segue la legge. Certo, quella di Murphy prima di tutte”.