“Io spero di essere il primo a vaccinarmi appena inizierà la fase 1. Io sono un medico e i medici devono dare l’esempio. Un medico che rifiuta la vaccinazione non è degno di questo mestiere”. Non si placa l’eco delle dichiarazioni dell’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco. Molti operatori sanitario sono indignati. Di seguito riportiamo la replica a Lopalco del medico 118 e sindacalista Francesco Papappicco. “Mi vaccinerò – dice Papappicco – ma non accetto lezioni da nessuno men che meno non tollero chi pontifica sull’altrui dignità”.

LA REPLICA DI PAPAPPICCO ALL’ASSESSORE LOPALCONon abbiamo certamente bisogno di nomoteti morali, di aspiranti archimandriti, di nuove chiese o dogmi, fossero anche scientifiche o millantati tali. Sia lode al dubbio dunque. Il messaggio avrebbe dovuto essere “spero di far vaccinare per primi i medici e i sanitari in prima linea (non io… “il primo”) evitando lezioni di dignità e passerelle da copertina, posto che allo stato mi risulta garantita ancora la facoltà di scegliere e preclusa quella di girare liberamente se non sono vaccinato.

Quest’anno ha ben altre dignità esemplari cui rifarsi, il suo titolo e il suo ruolo non la autorizzano a pontificare sulla dignità di ognuno di noi. La mia dignità è mia proprietà, provata sul campo, dalla mia storia, anche se non riconosciuta o rispettata dall’istituzione e talora addirittura screditata da essa e nondimanco testimoniata dalla realtà portata ad effetto di cui rivendico la sola libertà che ancora – io medico – posso vantare di conservare.

Diversamente si rischia di vestire i panni dei fra Timoteo e dei dispensatori di mandragole.
La dignità di cui già ho scritto pubblicamente va testimoniata e provata con la conoscenza delle res antiquae e con l’esperienza delle attuali. Non dimentico quando qualche prezzolato scienziato spacciava il covid per una banale influenza a fronte di un’esperienza in prima persona del tutto diversa o imperversó lo stupido invito a venire in Puglia regione “covid free”. Il fine, dunque, non giustifichi i modi. Sostanza e forma hanno pari dignità.

Personalmente mi vaccineró, ma senza aver esaurito legittime perplessità sull’organizzazione della cosiddetta campagna vaccinale. Quella stessa azienda che ha venduto i primi vaccini ha per qualche mese fatto sparire dalle farmacie un antireumatico che molti pazienti ad esempio usano. Ho cercato di sopperire personalmente a tale carenza intercettando in comuni diversi farmacie in possesso di qualche confezione. Le lobbies farmaceutiche non sono santuari e chi le garantisce a scapito dei pazienti non si erga a grande inquisitore.

Sarebbe da ingenui credere che esse combattono una guerra di liberazione e non di conquista. La dignità di un medico invece è tanta quanta ne dà ai pazienti che cura.
Non baratterei con nessuno e per nessun titolo politico la mia dignità. Gli assessori come i governi, gli ordinamenti, le leggi, le pestilenze e i vaccini passano e mutano, la dignità di ogni singolo rimane sul banco di prova del proprio operato tanto più quanto è stato esposto ai rischi e ha affrontato con valore le catastrofi della natura e vieppiù di certa mala gestione dirigenziale e politica.

Sarebbe scandaloso per la ragione non aspettarsi un pensare altrimenti. Ho percezione che fino ad ora nessuno di voi al potere abbia brillato particolarmente per lungimiranza, strategia e prassi politica. Se possibile certe scelte si dimostrano ancora oggi neghittose e deboli. Questo mi appare il limite tra emancipazione e moderne sottomissioni e conferma dell’epoca della compiuta peccaminositá. Il giudice Livatino, del cui Premio alla memoria sono stato insignito a Catania nel 2016, disse che non renderemo conto di quanto siamo stati credenti ma credibili e la miglior prova di questo sta in ciò che facciamo non in ciò che speriamo o non siamo in grado di realizzare.

Dignità è dare dignità. Ai pazienti e agli operatori sanitari sul campo. Liste d’attesa per diagnosi e terapie, depotenziamento ospedaliero, pazienti discriminati per malattia e condizioni socio-economiche; medici e infermieri precari cronici, fondi per la ricerca lesinati, mancate tutele e riconoscimento di infortunio biologico per chi come noi medici del 118 contrae il covid per causa di servizio, sono solo alcune ferite rimaste prive di degna soluzione. Abbiamo avuto decine di migliaia di vittime e altre persone si stanno ammalando e morendo non solo a causa del covid.

Io sono un medico del 118, specialista in reumatologia, detesto i lenocini da vetrina di questa campagna vaccinale, i toni trionfalistici in assenza di antivirali per il covid-19, di una legge che stabilisca oneri e incentivi, di uno screening di massa di immunità specifica, in un consesso generale che richiede maggior serietà e responsabilità nell’individuazione dei garanti di tutele e risarcimenti. Reputo offensivo chi dal pulpito spara a zero sulla dignità di ogni medico eziandìo di chi rimane tuttora titubante in attesa di maggior chiarezza ed esercita legittimamente un diritto di scelta.