In principio furono le denunce dell’Ordine dei Medici, poi intervenne la Regione Puglia, e infine l’indagine dei Carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione. Monta la polemica sui “privilegiati” del vaccino anti Covid.

La vicenda Gero Grassi, vaccinato all’Oncologico di Bari, ha aperto una breccia, consentendoci al tempo stesso di chiarire un fatto essenziale: nel caso lui o qualcun altro non si fosse vaccinato al posto di chi ha rinunciato all’ultimo momento, quella dose sarebbe stata buttata.

Perdere anche un solo vaccino è effettivamente intollerabile. Tutto sacrosanto, non ci fosse il solito però all’italiana, qualcosa capace di inoculare dubbi e disillusione. Partiamo da una certezza: dal momento in cui il vaccino viene diluito deve essere iniettato al massimo entro sei ore.

È su questa sacrosanta considerazione che si scatena il libero arbitrio di chi è variamente delegato a organizzare gli elenchi, prenotare la seduta vaccinale o somministrare le dosi destinate alla Puglia, nel nostro caso nel Barese.

Medici e infermieri, in assenza di una lista di riserva, composta da persone appartenenti alle categorie da vaccinare prioritariamente quali per esempio personale sanitario o delle Forze dell’Ordine, pur di non buttare il vaccino chiamano conoscenti, amici e parenti. Tutto ciò avviene mentre alcuni lamentano pubblicamente di non essere stati ancora vaccinati.

Ieri il presidente della Pubblica Assistenza Serbari, Mario Fortuna, si chiedeva come fosse possibile iniziare a vaccinare i militari pur essendo ancora in attesa almeno una trentina di soccorritori che turnano sulle ambulanze del 118.

L’ultimo caso finito nell’occhio del ciclone è quello che riguarda il primo cittadino di Noicattaro, Raimondo Innamorato, giovane, sano e quindi non appartenente a nessuna delle categorie che devono essere vaccinate. Eppure al sindaco Innamorato è stata inoculata la prima dose del vaccino lo scorso 6 gennaio. A chiamarlo è stato lo stesso Dipartimento di Prevenzione della Asl Bari, dopo averlo sentito in mattinata per il consueto aggiornamento sui casi di Covid nel suo territorio.

“Ho rifiutato per ben due volte – spiega il Sindaco -, invitando a coinvolgere il personale sanitario non ancora vaccinato. Il mio interlocutore, però, ha insistito. Secondo quanto mi è stato raccontato, erano state allertate già altre persone che potessero sostituire le due venute meno all’ultimo momento. Le risposte negative, hanno evidentemente convinto il personale sanitario a chiamare me. In caso contrario quella dose di vaccino sarebbe stata buttata entro mezzora”.

Nessuna raccomandazione, dunque, ma l’ennesima testimonianza di un’organizzazione, non solo regionale e locale, assolutamente lacunosa. Ci fosse una lista d’attesa, nessuno tra quanti somministrano i vaccini avrebbe l’arbitrio di chiamare a piacimento sostituti per evitare di buttare le dosi di vaccino già scongelate e diluite.