“Rispetto alle superiori il governo ha fatto tutto quello che poteva e gli impegni li ha mantenuti grazie anche al lavoro importante dei prefetti e della comunità scolastica. Vorrei ricordare che il 23 dicembre è stata firmata all’unanimità l’intesa con le Regioni che prevedeva il rientro il 7 gennaio. Per me gli accordi sono importanti, se si scrivono devono essere mantenuti. Invece molte Regioni si sono sfilate: sarebbe bene che le famiglie e gli studenti capissero perché. Si chiude prima la scuola perché socialmente è stata messa nel fondo dello sgabuzzino”.

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, mostra tutto il suo rammarico per la mancata riapertura delle scuole superiori, inizialmente prevista prima il 7 e poi l’11 gennaio. “I governatori hanno deciso di prorogare prima ancora i vedere i risultati del monitoraggio sulle fasce di rischio – spiega -. Capisco le preoccupazioni sui rischi legati al periodi di Natale ma le Regioni hanno potere di operare anche altre restrizioni, perché si colpisce solo la scuola? Perché nelle zone gialle e arancioni è quasi tutto aperto, tranne la scuola? Non è l’untrice del Paese, lo dicono studi del Bambin Gesù, dell’Istituto superiore di sanità e tanti altri. Le Regioni hanno preso un impegno scritto per garantire una corsia preferenziale nel tracciamento dedicato alle scuole”.

“Non c’è nessuno scaricabarile. Il governo ha fatto la sua parte – continua la Azzolina -. Alcuni presidenti non si rendono conto che chiudendo le scuole producono un danno economico al Paese, che pagherà la mancanza di competenza dei suoi giovani. Ma è anche un danno umano e relazionale. Faccio i complimenti a Giani e Nardella perché la Toscana riapre e così Valle d’Aosta, Abruzzo, oltre al Trentino-Alto Adige dove è già aperta, che hanno lavorato meglio di altri”.

“Rivendico l’idea della Dad, ma non potrà mai sostituire la didattica in presenza – afferma -. Ricevo lettere di studenti molto arrabbiati, apatici, delusi o che si sentono trattati da untori. Sapete quante famiglie chiamano le Asl per questi problemi? C’è un’indagine dell’ordine degli psicologi molto preoccupante sulla chiusura prolungata. Devono spiegarmi perché, dove è quasi tutto aperto, gli studenti al pomeriggio possono andare a prendere l’aperitivo, mentre non possono andare in classe con la mascherina, l’igienizzante e i banchi separati. Il punto è culturale, non sanitario”.

“Sui vaccini il governo e il commissario Arcuri stanno facendo un ottimo lavoro. Il piano lo ha deciso la Salute e si prevede che in una prima fase si vaccinino i sanitari e i nostri nonni – conclude -. Dopo ho chiesto e ottenuto che tocchi al personale scolastico”.