“Lello questo è per te”. Il goal con dedica arriva dai campi comunali del quartiere San Paolo. Qui alcuni ragazzi si danno appuntamento per giocare a calcio. Nulla di strano, tranne per il fatto che è vietato come da decreto governativo.

Né il catenaccio né il cartello hanno fermato la voglia di giocare. Grazie a una tronchesina è stata tagliata una parte della recinzione, così da facilitare l’ingresso nel campo da calcio.

Tutto ciò mentre ci sono tantissime strutture sportive e palestre chiuse, società regolarmente iscritte alle federazioni che sono state costrette a sospendere gli allenamenti delle categorie non professionistiche, bambini e ragazzi che vorrebbero tanto tornare a giocare ma non possono farlo, così come innumerevoli allenatori che non possono fare il loro lavoro.

Ciò che accade al campo del San Paolo non è un caso isolato. Spesso si vedono partite accesissime, con tanto di pubblico e tifo, anche nei campetti comunali sul lungomare dove i giocatori non sono solo giovani incoscienti che non seguono le regole.

Insomma, qui più di tirare un calcio al coronavirus, è più una questione di menefreghismo verso tanti professionisti che lavorano nel mondo dello sport e sono costretti a stare a casa.